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Haiku

Ultimo Aggiornamento: 23/02/2008 00:41
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Foglie d'autunno.
Segnano il sentiero
della partenza.
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[SM=x142873]


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Ciao ... Giovanna

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Vedo che fai delle ottime poesie brevi, ma purtroppo non rispetti la metrica dell'haiku o, probabilmente, non conosci la regola della sinalefe nella sillabazione metrica dei versi italiani, che è diversa dalla sillabazione grammaticale del ritorno a capo.
Non ti preoccupare: è successo a tutti noi.
Ti consiglio una lettura a questa discussione e ai link che essa indica:
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=2520175


Foglie d'autunno.
Segnano il sentiero
della partenza



La sillabazione metrica mi risulta:
Fo-glie- d'au-tun-no. . . . . . . . 5
Se-gna-no_il -sen-tie-ro . . . . . 6
del-la-par-ten-za . . . . . . . . . . 5

mentre l'haiku dovrebbe essere 5-7-5.



Giancarlo
Sarebbe anche opportuno non intitolare la poesia con il tipo (haiku, tanga, sonetto), ma con il suo titolo e se titolo non c'è metti il primo verso della poesia stessa o la scritta "senza titolo".
Eventualmente il tipo lo puoi inserire nel sottotitolo.

[SM=x142848] Ciao

[SM=x142848] Giancarlo
[Modificato da Cobite 22/02/2008 14:48]


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- Siamo prigionieri di una piccolissima bolla d'infinito, solo la mente nella sua poetica follia può illudersi di fuggire.- (Cobite)
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Quella della sinalefe non è una regola, bensì una figura metrica. Esiste anche la possibilità di separare le vocali tra due parole consecutive, nella figura della dialefe, la quale, a differenza della dieresi (separazione all'interno di una parola), generalmente non viene indicata da segni grafici (comunque non saprei come inserire i due puntini).

E' un esempio la terzina

I' cominciai: "Poeta, volentieri
parlerei a quei due che 'nsieme vanno,
e paion sì al vento esser leggeri".


Utilizzando sinalefe ovunque possibile, gli ultimi due versi sarebbero decasillabi:

Par-le-rei_a - quei - due - che 'n-sie-me - van-no,
e - pa-ion - sì_al - ven - to_es-ser - leg-geri

La sillabazione corretta prevede invece due dialefe:

Par-le-rei - a - quei - due - che 'n-sie-me - van-no,
e - pa-ion - sì - al - ven-to_es-ser - leg-geri

e così son due endecasillabi.

E' l'autore a scegliere quali figure metriche adottare, chiaramente non tutte le scelte sono ugualmente felici e la loro opportunità può essere oggetto di critica.
Per quanto riguarda gli Haiku, sospetto che l'uso della dialefe sia più fedele alla forma originaria, in quanto nella lingua giapponese le sillabe sono entità a sè stanti e non esiste la possibilità di legarle insieme (ogni sillaba corrisponde a un simbolo e a un preciso suono), ma questo è un fatto di interpretazione e siamo liberi di adattare lo schema alle possibilità della nostra lingua.

Si conti dunque

Fo-glie - d'au-tun-no.
Se-gn-ano - il - sen-tie-ro
del-la - par-ten-za.

Per quanto riguarda i titoli, non conoscevo la consuetudine, avrò premura di rispettarla in futuro.

P.s. Tanka, non tanga [SM=x142888] .
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23/02/2008 00:41
 
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La sinalefe e la dialefe sono figure metriche della sillabazione in poesia italiana e li dove la metrica conta devono, secondo la regola generalmente accettata, essere adottate. L'esempio dei grandi fa notare che la sinalefe si fa anche dove non esiste elisione e anche in presenza di punteggiatura e perfino su versi successivi.
Personalmente non concordo sulla dialefe in cui esistano delle pause di lettura tra una vocale e l'altra come sui ritorni a capo e punteggiature e in questi casi penso si possa tranquillamente ricorrere alla dialefe, ma in assenza di fermi di lettura non vedo come si possa invocare la dialefe.

Ho quindi dei dubbi sulla dialefe di comodo che hai portato ad esempio, ma do per buono che il poeta abbia così inteso.
Nel tuo caso non c'è pausa, quindi, sempre secondo me, l'invocazione della dialefe non vale o si finirebbe che con la stessa sequenza una volta si accetta la sinalefe e una volta la dialefe a seconda delle voglie del momento.

Comunque sei libero di fare benissimo come vuoi, io ho detto solo un mio personale parere.



Per quanto riguarda gli Haiku, sospetto che l'uso della dialefe sia più fedele alla forma originaria, in quanto nella lingua giapponese le sillabe sono entità a sè stanti e non esiste la possibilità di legarle insieme (ogni sillaba corrisponde a un simbolo e a un preciso suono), ma questo è un fatto di interpretazione e siamo liberi di adattare lo schema alle possibilità della nostra lingua.


L'italiano e il giapponese sono lingue profondamente diverse e quindi diventa difficile una comparazione. Sono quindi propenso a pensare che come regole metriche (o figure ) devono essere prese quella della lingua che si usa. In italiano nella poesia in metrica si usa la sinalefe e raramente la dialefe e quindi a parer mio queste forme metriche vano usata anche negli haiku.

Per la punteggiatura, hai inserito un punto fermo tra soggetto e verbo. Questo, secondo me, sta male perchè il pensiero a se "Foglie d'autunno" va bene come titolo, ma non dice nulla, mentre se esso diventa il soggetto di un pensiero che continua prende il suo vero senso.

Foglie d'autunno:
segnano il sentiero
della partenza
.

Buona notte

[SM=x142897] Giancarlo




[Modificato da Cobite 26/02/2008 07:02]


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