elfo nero, 22/09/2007 0.57:
In fronte no, ma caduto sulla riva allo spezzarsi della treccina, sì. Sono cose che capitano quando si ha a che fare con pesci enormi. Nel mio caso siluri pescati da riva.
Neppure sono caduto in acqua mentre stavo scendendo dalla barca, ma rimasto appeso al ramo, si.
Più di una volta sono scivolato sulle foglie e in discesa con il sedere ho percorso l’argine del Brenta, fermandomi con i piedi in acqua.
Due volte sono caduto dentro all'acqua. La prima volta a 17 anni sono scivolando sulla riva in cemento. Le odio quelle rive perchè poi non riesci a risalire più. Ho dovuto farmi un centinaio di metri a nuoto, meno male che calzavo le scarpette ginniche e non gli stivali.
Un'altra volta, a 40 anni circa, sono caduto in acqua, anche se conoscevo perfettamente il luogo. Stavo pescando con gli stivali a bagno sopra un fondo di argilla dura poco sommerso che noi chiamiamo "secca". Questa si affacciava su un canalone più profondo in cui pescavo. Non avevo tenuto conto delle recenti piene che avevano corroso in modo anomalo la base la secca che così formava una specie di poggiolo. Anche se stavo prudenzialmente più di un metro indietro mi è mancata la terra sotto i piedi e sono caduto dentro. Niente paura, sotto era relativamente poco fondo e l'acqua mi arrivava solo al petto. Anche se avevo gli stivali a coscia sono risalito agevolmente. Un colpo duro l’ha preso l'orgoglio al sentire le battute e le risate di un gruppetto di tre pescatori piazzati una trentina di metri più a vale. Camminando sulla secca ho guadagnato la riva e mi sono seduto sotto un albero per levarmi gli stivaloni. Un’operazione, questa, estremamente difficile perchè il bagnato aderisce tra pelle e stivali e non entra l'aria. Ho dovuto cercare un ramo ed infilarlo nello stivale a fianco della caviglia così che entrando l'aria ho potuto sfilare il piede.
Stavo tutto impegnato in questa faccenda quando ho sentito un grosso botto in acqua a cui sono seguite una serie di bestemmie che sicuramente hanno fatto arrossire mezzo paradiso. Ho allora guardato verso l'acqua e che ti vedo?
Uno di quei tizi che prima sghignazzavano per la mia disavventura aveva occupato il posto mio ed era crollato un altro pezzo di secca sotto ai suoi piedi!
Se ne stava a bagno tutto incavolato ed intento a tirar giù santi. E non vi dico il coro sghignazzate dei suoi due compagni.
Allora mi sono fatto pure io una grassa e sonora risata.
Naturalmente anche lui è risalito senza problemi.
Peccato per la mia fedele macchinetta fotografica sia annegata e non si stato più stato nulla da fare.
Ancora è andata bene perchè era una calda giornatina di fine aprile e non era affatto freddo.
Giancarlo
[Modificato da Cobite 23/09/2007 11:37]
- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.-