Pubblicazione di scrittori dilettanti È vietato copiare senza l'autorizzazione dell'autore. redazionedifiori@hotmail.com    

 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Consigli per chi scrive da poco e vuole migliorarsi

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2015 17:30
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 15.874
Post: 14.655
Registrato il: 26/01/2003
Sesso: Maschile
01/02/2007 12:24
 
Modifica
 
Cancella
 
Quota



Amo chi scrive di getto, ignorando la grammatica, fregandosene di un ipotetico lettore. Amo chi scrive per necessità, per un’invadente desiderio di farlo, per un impulso irrefrenabile. Cosa importa quale che sia l’argomento? Anche nell’immoralità e nella perdizione c’è poesia. Ce lo hanno dimostrato i “poeti maledetti” come il rabbioso Cecco Angiolieri o raffinati pensatori come Fabrizio De Andrè.



A mio parere per prima cosa non bisogna mai dimenticare che la poesia è comunicazione attraverso la parola elevata ad arte. A nulla valgono nitriti, muggiti, mugugni e cavolate varie scritte per se stessi se non comunicano niente a nessuno.

Sinceramente trovo che chi scrive "ignorando la grammatica, fregandosene di un ipotetico lettore" non cerchi di comunicare affatto e quindi il suo scritto può non essere prosa, pensiero o poesia e proporlo per tale può essere pure interpretato come un atto di grande maleducazione.

La poesia, ma anche la prosa, deve necessariamente seguire dei metodi (anche sperimentali o di richiami atavici, psicologici o semantici e chi ne ha più ne metta) tesi a comunicare qualcosa al lettore a cui è destinata.
Un esempio classico e lampante è scrivere in italiano per gli italiani, in francese per i francesi e così via. Poco più di inutile è scrivere in cinese per gli italiani, provocatorio (come minimo) scrivere senza regole con nessun richiamo per chi che sia.
Errare è umano, persistere è diabolico. La poesia “maledetta” non è quella che persiste nel combinare ogni errore o perseguire metodi d’impossibile ricezione.

Desidero anche far notare come la poesia si differenzi dalla prosa proprio per l'armonia ed il canto della parole (non musicate, ma intrinseche al verso stesso). La rima altro non è che una ricerca di tale armonia, ma non la sola. Un esempio di scempio della poesia per la perdita di armonia sono le traduzioni nelle quali molto spesso rimangono solo il pensiero ma perdono l'armonia ed il canto della parola originale. Vedi ad esempio i tanto decantati e mal tradotti poeti maledetti francesi (la traduzione, quella è la loro maledizione!)
Lo stile libero deve comunque seguire questa ricerca altrimenti rimane un bel pensiero (se bello è) in colona, come scritto in un giornale, ma non possiamo parlare di poesia. D’altra parte le canzoni spesso sono armoniche ma difettano di pensiero. D’Andrè è un vero poeta che sapeva musicare ed ha trovato spesso la giusta armonia di parola, pensiero e musica. A lui tutta la mia stima.
Il canto nel verso spesso è istintivo e allora ben vengano le poesia istintive, ma altre volte è cosciente ricerca e alla fine il prodotto non cambia.
Quindi ritengo un luogo comune da sfatare che le poesie siano scritte dal cuore o qualcuno dovrebbe dirmi in che lingua parla il cuore. Ritengo invece le poesie siano suggerite dal cuore ma scritte dalla mente nell'intento di comunicare il meglio possibile il tema trattato. Se questo è fatto in modo consapevole o meno, non è cosa che mi riguardi, io leggo il risultato, il resto appartiene all'autore.

Ciao

Giancarlo


...

- Quando le parole hanno la musica dentro e la strofa è canto, allora il pensiero è diventato poesia.-
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:08. Versione: Stampabile | Mobile | Regolamento | Privacy
FreeForumZone [v.6.1] - Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com