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Consigli per chi scrive da poco e vuole migliorarsi

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2015 17:30
30/09/2006 08:54
 
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Con questo scritto, composto da suggerimenti e regole usciti dalla saccoccia di penne esperte del web (che qui ho raccolto in unico scritto senza troppe pretese) dare il mio contributo per aiutare i nuovi arrivati alla poesia a migliorarsi, per non finire sommersi nella trincea della poesia via web. chiamo a contribuire i veterani del forum ovviamente!

Dopo la premessa, inoltriamoci dunque nella materia. Prima cosa da tenere sempre a mente è che i giudizi negativi alle poesie si riferiscono esclusivamente alla qualità dello scritto e non al sentimento, emozione, legame, soggetto ecc da cui le poesie traggono spunto... per cui se vedete segata in maniera feroce la vostra poesia d'amore con epiteti come "superata" "risaputa" "retorica", le critiche sono rivolte solamente allo scritto, e non alla qualità del vostro sentimento verso l'amato; sembra una cosa ovvia, ma questo fraintendimento a dato luogo a spiacevoli incidenti.

Il titolo: il titolo deve catturare l'attenzione del lettore, perciò evitare titoli troppo lunghi o insignificanti (tipo "amore" o "a te" ecc). il titolo deve sempre avere un chiaro riferimento al contenuto della poesia, spesso indica l'oggetto dello scritto o ne chiarisce il significato, ma non deve essere mai avulso o avere collegamenti troppo nascosti.

Strofe e dintorni: la divisione strofica di una poesia è fondamentale, per questioni logico/contenutistiche e ritmiche;
spezzare i versi in più strofe inoltre agevola la lettura e ben dispone il lettore. la quantità di versi per strofa è molto variabile, ma è consigliabile non mettere più di 6 versi in una singola strofa, soprattutto se lunghi (ad esempio se endecasillabi).

Verso: è consigliabile agli inizi darsi un numero massimo di versi da utilizzare, diciamo sui 30-40, in quanto l'errore più frequente è la prolissità e la dispersione del messaggio in passaggi a vuoto. la lunghezza del verso può notevolmente variare (solitamente sta tra la quartina e l'endecasillabo) ed è sempre consigliabile che scelta la lunghezza del verso, la si mantenga eguale per l'intera strofa, per ragioni ritmiche soprattutto. ricordate sempre di togliele le maiuscole da inizio verso (ovviamente se non ci sono punti in precedenza) in quanto disturbano la lettura e confondono, l'errore è molto frequente quando si scrivono le poesie su word e si fà il copia-incolla, visto che word mette la maiuscola in automatico andando a capo.

Rima: la rima nella poesia è stato un elemento strutturale fondamentale fino a inizi novecento, quando fu in larga parte abbandonata o occultata con l'utilizzo di rime interne. Ora, scrivere in rima in maniera gradevole è abbastanza complesso, in quanto si rischia di finire ad utilizzare rime agghiccianti come "amore-dolore" "cuore-sole", oppure rime campate per aria tipo "finestra-ginestra" (nella mia ultima ad esempio [SM=g27828] ). sarebbe meglio evitare di scrivere poesie in rima finchè non si ha mano esperta, ed utilizzare in poesie a verso libero magari rime interne, oppure sporadiche rime esterne, ma che siano originali, senno tanto vale!

Tronche: le tronche venivano ampliamente utilizzate nella poesia premoderna per questioni metriche, oggi non si usano quasi più, perchè obsolete. Spesso il novizio compie l'errore di farne amplio uso credendo che la tronca ("amor", "cuor", "udir") dia un'aria colta ed aulica allo scritto, in realtà dimostra solamente che il nostro di poesia moderna ha letto pochino pochino.

Ripetizione: la ripetizione in poesia si utilizza per enfatizzzare la parola/verso/strofa ripetuta, uno sbaglio frequente è utilizzarla a sproposito, cosa che indispittisce molto un poeta scafato. bisogna inoltre stare attenti a non utilizzare troppi "che" (errore che spesso si fa'in italiano, anche in prosa), e a non ripetere più di duo volte nella stessa strofa parole come "cuore", "dolore", "tristezza", "amore", ecc che per il loro contenuto pesante ed onniavvolgente nella poesia moderna sono state spesso abbandonate e sostituite con metafore e similitudini adeguate.

Parole desuete e gergali: quando si scrive in poesia è sempre meglio iniziare utilizzando parole d'uso comune, quotidiano evitando di ripescare ideomi ottocenteschi pre-manzoniani ("mortal", "franti", "foste", ecc) o al contrario buttarsi in dialettismi incomprensibili o parole gergali, come possono essere ad esempio "mista", "fattone" "compa" ecc... spesso queste parole hanno creato incomprensioni tragicomiche.

Il pericolo del romanticismo: chiamo così la tendenza tipica di ogni poeta novizio a prediligere parole enfatiche, rindondandi, onniavvolgenti come "amore", "dolore", "trionfo", "morte", "estasi", "abisso", ecc (la lista è lunghissima), che magari utilizzate tutte insieme, fanno capire immediatamente che lo scrittore che ne fa uso tiene in mano la penna da poco... meglio volare bassi finche non si ha la mano sicura e smorzare i toni.

Effetto elenco: spesso ci si trova insoddisfatti dell'unico aggettivo che ci viene in mente per definire un oggetto/situazione/persona ed allora ce ne mettiamo 3-4, pensando così di aver perfettamente descritto il nostro oggetto. In realtà stiamo semplicemente facendo l'elenco della spesa, e stiamo dimostrando al lettore che siamo talmente insicuri delle nostre capacità da dover arrapicarci sugli specchi per definire una semplice cosa. meglio utilizzare una metafora o similitudine se non ci viene alcun aggettivo soddisfacente in mente, oppure non mettercene alcuno, se non altro il lettore non s'indispettisce.

Il pericolo del simbolismo: a volte lasciandosi guidare dalla bellezza delle parole o dalle loro assonanze ritmiche si sfornano immagini incomprensibili, oscure, prive di senso.
ad esempio "sogni di versi riversi in serpi fra sterpi..." questo è un verso che scrissi qualche tempo fa, lasciandomi guidare dal suono e dall'accostamento di immagini antitetiche, ed è un verso assolutamente pessimo, perchè non significa nulla ed è un mero esercizio di fantasia che non tiene conto che dall'altra parte c'è un lettore, che vuole capire che accipicchia scrivo [SM=g27828] .

ecco questi sono solo alcuni piccoli accorgimenti; prossimamente metterò una piccola bibliografia dove chi vuole potrà trovare gli scritti degli artisti sul loro modo di trattare il verso. ave [SM=g27811]

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