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Adesso basta!

Ultimo Aggiornamento: 12/02/2006 02:25
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31/05/2004 11:17
 
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So che andrò clamorosamente in rotta di collisione con molti amici e compagni: penso a Kate, con cui spesso ho parlato e discusso intorno a questo argomento partendo da posizioni diverse ma conciliabili (lei si potrebbe definire ultra-tollerante e per la piena accoglienza, io tollerante e per l'accoglienza, senza "ultra" e senza "piena", e con qualche riserva).

Ma alla fine mi sono stancato. Ho detto tante volte che l'Islam ha molte facce, che non va confuso il popolo musulmano con la minoranza fanatica che proclama la "guerra santa" permanente, ho persino cercato di capire le ragioni di questo fanatismo, che purtroppo non è poi così minoritario, è inutile che stiamo a raccontarcela: se non è già maggioritario si avvia a diventarlo. Ho cercato di capirne le ragioni delle loro azioni e dei loro progetti, pur non condividendone l'impianto, ma cercando almeno di trovare una giustificazione nella miseria e nell'oppressione in cui vivono.

Ebbene, non l'ho trovata. Nessuna giustificazione, perché non c'è nulla al mondo che giustifica l'imbecillità. Molti popoli hanno vissuto in condizioni anche peggiori degli arabi, penso ai popoli della Russia e di Cuba, per citare solo due esempi diversi tra loro come lo sono una secolare potenza europea ed una minuscola isola caraibica: nella Russia zarista del 1917 esisteva ancora il servaggio della gleba, nella Cuba del dittatore Batista il popolo era ridotto in totale schiavitù, alla mercè fisica dei potenti dell'isola e persino dei turisti stranieri che erano costretti a servire in tutto, compreso l'obbligo di sottostare a qualunque desiderio sessuale dei turisti stessi. Ma i popoli della Russia e di Cuba non si sono rivolti al fanatismo religioso, anzi: i preti ortodossi, cattolici e protestanti che tentavano di instillare nei popoli la rassegnazione e lo spirito di sacrificio (a tutto vantaggio dei potenti) hanno generalmente ricevuto come risposta il disprezzo; i popoli della Russia e di Cuba, per riscattarsi e liberarsi dall'oppressione, dall'ingiustizia e dalla fame, hanno fatto la rivoluzione contro i potenti che li schiacciavano, li hanno rovesciati ed annientati. Per quanto poi i regimi venutisi ad imporre non si può dire costuiscano il sistema migliore possibile e molti errori e anche crimini siano poi stati compiuti in nome di quelle rivoluzioni, quei due popoli hanno rispetto a prima migliorato di gran lunga le loro condizioni di vita.
Il popolo dei vari Paesi arabi, invece, aggrappandosi ed inneggiando alla religione, non fa che sostenere i vari potenti locali, che sono nello stesso tempo governanti e capi spirituali. Se il popolo arabo vive nella miseria, non lo deve come si dice spesso con un luogo comune "all'occidente sfruttatore", ma prima di tutto ai governanti arabi, perché l'occidente il petrolio non lo ruba di notte e non lo succhia via con prepotenza, ma lo paga ai vari sceicchi, raìs e pascià che sono gli uomini più ricchi al mondo, mentre il popolo vive nella miseria. Quando in un Paese arabo il potente di turno, come fu lo scià dell'Iran, è un laico che impone la sua dittatura senza ammantarla della superstizione religiosa islamica, la rivoluzione che avviene non libera affatto dall'oppressione, ma sostituisce il padrone laico con un ben peggiore manipolo di dittatori religiosi, e difatti nell'Iran passato dallo scià agli ayatollah, come nell'Afghanistan passato dal socialismo ai talebani, le condizioni di vita del popolo sono peggiorate nettamente.
Il motivo per cui mi sono opposto fin dall'inizio alla guerra contro l'Iraq è proprio questo: perché l'Iraq, come la Libia, l'Egitto e altri Paesi della zona, non era un centro di potere del fanatismo musulmano, ma era governato per quanto malissimo (non più degli altri Paesi arabi e africani) da un regime sostanzialmente laico; solo recentemente Saddam si è messo a fare il religioso, proprio per ottenere un appoggio dal mondo islamico combattente che peraltro non glielo ha dato: ha aspettato che gli americani lo buttassero a mare e solo dopo, cioè adesso, è intervenuto militarmente con la finalità di mandare via gli occidentali ed imporre in Iraq un regime islamico. Per lo stesso motivo considero il ritiro in questo momento nulla più che una sconfitta della cultura e del pensiero laico occidentale, identica a quella che avvenne in Afghanistan quando si ritirarono i Sovietici lasciando tutto il potere ai talebani (con l'occidente capitalista così miope da appoggiare questi ultimi al punto di finanziare e di fatto "creare" bin-Laden e Al Quaeda). Il punto è che in Iraq non si doveva andare, che si è andati per gli interessi personali di Bush in materia petrolifera e per colpa dei governanti europei che hanno fatto a gara per dimostrare chi era il suo più fedele leccapiedi, come Blair, Aznar e Berlusconi (ma Prodi o Rutelli avrebbero fatto lo stesso, non dubitate). L'alternativa al ritiro è restare lì non si sa bene perché, visto che non si difende alcunché (a parte i pozzi di petrolio, ché non vadano arrosto), non si arretra e non si avanza, e si fornisce anche gratis una scusa ai terroristi islamici di proseguire la loro "guerra santa" passando per vittime, invasi, resistenti. Spiace che nel fronte pacifista ci sia chi dà fiato a queste posizioni, anche se con giri di parole e inutili continue professioni di anti-saddamismo, che come è noto con l'islamismo combattente c'entra come il brasato a colazione. Finirà che, con o senza egida ONU, alla fine gli occidentali se ne andranno lasciando a Baghdad un governo vagamente compromissorio (sciiti, sunniti e curdi insieme) che molto presto cadrà sotto i colpi della jihad lasciando spazio a un governo teocratico islamico, cosicché l'Iraq sarà finalmente quel centro di armamento e addestramento dei terroristi di allah, come non era mai stato prima nonostante le infinite palle raccontate da Cia, Pentagono, Bush, Blair e così via.

Io dico che dopo l'Afghanistan, dove il lavoro peraltro è stato lasciato lì a metà perché urgeva l'operazione Iraq, avrebbe avuto senso proseguire in un'azione di disinfestazione mirata, ovunque dove si annida il cancro del fanatismo islamico armato, compresi Siria, Iran, Yemen, Sudan, Cecenia (in appoggio alla Russia, lasciata molto sola nel caso), i centri e le basi in Arabia Saudita, Libano e Algeria, e ovunque ne restasse traccia.
Non si tratta di "portare la democrazia e il benessere" a chicchessia: ogni Paese al suo interno è libero di scegliere il proprio "regolamento", nessuno è investito di particolari missioni millenaristiche o cose simili. Il fanatismo islamico armato è un cancro che minaccia l'umanità intera, al di là delle frontiere, dei diversi sistemi e delle differenti culture: può colpire, e vuole colpire indifferentemente gli USA come la Cina, l'Egitto come la Francia, il Brasile come l'Australia: tutto ciò che è "infedele". Nel criminale assalto dell'altro giorno in Arabia Saudita, dove sono state massacrate molte persone fra cui un cuoco italiano, un lavoratore e non un militare, il manipolo di deficenti assassini non urlava "libertà, riscatto, uguaglianza, fraternità", ma solo e semplicemente "morte agli infedeli".

Io non tollero che l'infezione di un fanatismo religioso possa ammorbare, insanguinare o anche solo recare disturbo alla normale vita ed attività di una comunità civilmente evoluta: i cattolici non lo fanno e per questo li ammetto, come i vari protestanti e i buddisti. Ma gli islamici non li sopporto più. Ci sono islamici moderati, non fanatici? Escano allo scoperto e collaborino a condannare, stanare e annientare i fanatici. Non mi risulta lo abbiano mai fatto. Anzi, tra i terroristi kamikaze si sono spesso trovati musulmani che tutti credevano moderati e pacifici, che parlavano di fratellanza e tolleranza, fra questi anche donne e laureati o studenti in occidente.

Era rimasta sospesa da tempo una domanda che mi aveva posto Kate: se ero favorevole o contrario all'edificazione di moschee in Italia. Ebbene: NO, sono contrarissimo. Anzi: sarei favorevole all'abbattimento di tutte le moschee edificate in Italia e in tutta Europa, e allo sgombero e alla chiusura definitiva di tutti i vari centri, comunità, scuole e clubs islamici, con la contemporanea espulsione senza possibilità di rientro di tutti gli adepti (compresi gli italiani tipo Smith: cha vadano alla Mecca o a Medina o dove cavolo gli pare, purché se ne vadano dai luoghi dove si procede a disinfestare e disinfettare).

Scusate lo sfogo.

02/06/2004 04:46
 
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Con me sfondi una porta aperta.

Non ritengo nemmeno che il motivo della guerra in Iraq sia il petrolio; non dimentichiamo MAI l''11 settembre.
Hanno iniziato i musulmani la guerra, l'America non poteva certo dire: "Grazie, ci avete ammazzato 3000 indifesi, ma porgiamo l'altra guancia"; non è mica l'Italia che, se non con una nota di biasimo, ha accolto tutti gli espatriati dalla Libia, lasciando che venissero rapinati dei loro averi.

Dopo LA RABBIA E L'ORGOGLIO ho letto LA FORZA DELLA RAGIONE; ebbene, io abituata a leggere thriller da panico, non potevo leggere più di 4/5 pagine al giorno per ciò che vi era scritto che è quello che "capto" tra la gente.

So che è stato Andreotti a convincere Paolo VI a lasciar costruire una moschea a Roma; a questo punto ESIGO UNA CHIESA A LA MECCA, dove anch'io possa girare attorno, come in un girotondino assieme agli intellettuali di sinistra.

Ciò che più mi spaventa sono le leggi che la UE ha approvato; una per tutte: la poligamia è un reato, per loro che vengono qui no, mi spieghino perchè.
F I O R E

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo

[Modificato da redattore1 02/06/2004 7.56]

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02/06/2004 09:41
 
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"Il fanatismo islamico armato è un cancro che minaccia l'umanità intera"
Questo esiste da molto e lo vediamo.
Questo è un cancro come lo è ogni estremismo, di destra come di sinistra, religioso o ateo, armato o pseudo armato.

Ricordo che li dove l'islamismo intransigente ha prevalso su quello moderato, gli sgozzamenti delle e dei moderati sono stati il metodo per confermare quel dominio. Questo metodo, forse imparato dal dopo rivoluzione francese (dove decapitavano), ha un nome: "Terrorismo".

Ci credo che ora i moderati se ne stanno zitti!!!

Non sono però a favore delle guerre che l'America porta e trasporta in vari momenti ed in vari luoghi nel mondo a fronte di scuse spesso inventate (come le armi di distruzione di massa da lei forniti all'Iraq e da questi usate quasi totalmente nella guerra contro l'Iran dall'allora loro amico ed alleato o come la concessione commerciale a Panama decaduta dopo i 100 anni dalla costruzione del canale ma riconfermata a suon di mitra).

Al di là di un profondo antiamericanismo non mi sembra affatto dimostrata la responsabilità dell'Iraq nell'abbattimento delle torri gemelle, e non mi sembra che l'America sia una esportatrice di democrazia e non mi sembra lo abbia assolutamente richiesto od imposto nel liberato Queit.
Ricordando che nelle guerre ogni notizia è falsata ad arte proprio perché la notizia stessa viene utilizzata come arma, sono perciò molto dubbioso sulle notizie che ci vengono attualmente travasate.

Non credo comunque sia lecito fare la guerra a milioni di esseri umani per trovare un pugno di criminali. Ci sono altri modi per ottenere quei risultati.

Non credo neppure alle manifestazione violente contro l'America di Bush (ma sarebbero eguali anche contro l'America di Clinton o di chiunque la rappresenti).
Abbiamo visto a Genova cosa è riuscito a combinare un certo estremismo che si definisce di sinistra ma che io individuo come teppismo violento ed organizzato che ben si avvicina al terrorismo nei modi, nei metodi e nei principi!!!

Impariamo a contrastare anche questo teppismo violento, di qualsiasi tendenza sia, che riesce a volgarizzare ogni manifestazione democratica e civile. Quel teppismo terrorista vuole imporsi con la forza dei sassi, delle spranghe e degli estintori ben sapendo che mai le forze dell'ordine possono permettere ad una banda di violenti di raggiungere Bush, costi quel che costi. Un teppismo, quindi, che vuole coscientemente mandare al macello dei loro adepti per poi poterli dichiarare eroi.

Contrastiamo con la forza delle idee democratiche e mettendo da parte quel buonismo ipocrita che li considera ragazzi a 20-30 anni e permette loro di proliferare ed istigare idee di violenza impunemente all'interno della nostra società.

Credo sia un dovere di qualsiasi coscienza civile isolare questo male e contrastare fino ad estirpare da qualunque tessuto si trovi il cancro estremista o intransigente, anche quello internazionale e se il bisturi per una volta fosse realmente l'America, ben venga, ma ci credo poco. Credo invece che non bisogna assolutamente cadere al loro livello di inciviltà, questo o mai!

Buona giornata

Giancarlo cobite



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11/02/2006 12:31
 
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"Io non tollero che l'infezione di un fanatismo religioso possa ammorbare, insanguinare o anche solo recare disturbo alla normale vita ed attività di una comunità civilmente evoluta: i cattolici non lo fanno e per questo li ammetto, come i vari protestanti e i buddisti. Ma gli islamici non li sopporto più."


Nell'osservare quanto succede al mondo, mi è tornata in mente questa discussione dell'amico scomparso Walko.

Nel rileggerla devo dargli ragione su molti punti.

Il particolare desidero confermare che neppure io sono d'accordo che l'Europa ospiti nel suo interno sette, religiose o meno, associazioni o gruppi eversivi che praticano o incitino alla violenza in qualsiasi posto al mondo. E non mi riferisco solo ai terroristi islamici, ma anche agli estremisti violenti politici o sportivi e quant'altro di simile.

Mi assoccio a Walko e dico anch'io basta con la tolleranza alla violenza in nome di qualche buonismo pietoso che non ha senso.
Vorrei che tutti i clandestini (esclusi chi ottiene ospitalità per diritto d'asilo) e gli stranieri regolari partecipanti anche solo passivamente a dette sette ed organizzazioni violente, dopo aver subito la giusta galera in Italia se condannati, fossero riportati a forza in patria loro, con spese ed interessi sul conto da pagare ai loro rispettivi paesi d'origine.
E vorrei che gli italiani coinvolti in azioni criminose (compresa l'incitazione) fossero obbligati a pagare i processi e il mantenimento lavorando dentro le mura delle patrie galere, e fossero condannati sempre senza il minimo sconto di pena, e senza libere uscite , e con l'aggravante dei futili motivi. [SM=x142859]


Giancarlo cobite

12/02/2006 02:25
 
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Un colpo al cuore.uN COLPO AL CUORE.

Questo è stat, per me, ritrovare qui uno scritto di Walko; per qualche istante ho creduto che non fosse mai andato via, che fosse uno scherzo la sua lontananza forzata.

I fatti di queste settimane confermano la sua tesi; il suo giudizio e la sua capacità di analisi.

Il concerto di LUCIANO PAVAROTTI cancellato poichè egli è "un infedele"; l'assassinio di DON ANDREA, altri fatti simili successi e ancora i politici europei vogliono schiudere le porte alla TURCHIA? [SM=g27826]


NO COMMENT.


Silvano, sei sempre con noi. [SM=x142887]

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