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L'ACCIDIA

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2004 01:01
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03/03/2004 16:32
 
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L'ACCIDIA

Ci capita a volte
di venire assaliti
da quel comune difetto
abbastanza insidioso,
che tutti conoscono
col nome di accidia
e che quasi sempre
s'instaura in noi
dopo una sconfitta
o una disavventura,
oppure dopo un torto
ingiustamente subito.

Allora diventiamo
parecchio indolenti,
poiché una grande noia
ci viene a sorprendere
verso quanto è in noi
o altro che ci circonda;
spesso ci mostriamo
depressi e malinconici,
ci ribelliamo perfino
alla nostra esistenza,
avendo ormai smesso
di aver fiducia in essa
e non ritendola più
il campo d'azione
dei nostri progetti
e delle nostre speranze.

L'abulia e l'apatia
riescono alla fine
a far facile breccia
nel nostro spirito;
così cominciano
a fiaccarlo a tal punto
che davvero gli fanno
venire a mancare
la forza di reagire
e quella di reinserirsi
in modo costruttivo
nella propria realtà.

Però mai dobbiamo
cedere all'ignavia,
poiché ad essa noi
dobbiamo reagire
con quell'energia
che solo ci proviene
sia dall'attività
che dalla operosità,
visto che l'azione
è la medicina adatta
a guarire ogni forma
di grave pessimismo,
qualunque sia la causa
che l'ha determinato.

L'attività ci fa pure
superare ogni ostacolo,
sia esso di natura
psichica o spirituale:
facendoceli essa prima
ignorare del tutto,
in seguito ci permette
di affrontare risoluti
una grande quantità
d'impatti psicologici,
che riescono spesso
ad influire negativamente
sui vari organi
della nostra persona.


Ecco perché è questa
la mia raccomandazione:
quando siamo bombardati
da momenti difficili,
evitiamo di arrenderci
alle prime avversità;
ma, reagendo ad esse
con tutte le forze,
cerchiamo di dimostrarci
quanto più possibile
dinamici e dediti
ad ogni intraprendenza.

Soltanto combattendo
la nostra battaglia
con grande volitività
e senza mai arrenderci,
possiamo essere certi
che non affonderemo
nell'umiliante disistima
di noi medesimi;
così pure non correremo
l'enorme pericolo
di trovarci a mortificare
ancor più gravemente
la fine sensibilità
del nostro nobile spirito.

poetasenzanome




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Email Scheda Utente
03/03/2004 23:33
 
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Colpevole inerzia l'accidia...pigrizia e svogliatezza abituale in cui perdere se stessi.

Molte volte è generata da disistima di se...dal non volersi abbastanza bene...triste ma vero.

Lucia [SM=x142909]
04/03/2004 01:01
 
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Eh già...
E' un'analisi minuziosa e profonda.
L'ho letta con attenzione, parola per parola.

Sono d'accordo con i tuoi suggerimenti Poeta
Sai che faccio io di solito?
Risorgo dalle mie stesse ceneri, come la fenice

E vado avanti, con la mia anima scheggiata, orgogliosa anche
degli errori che m'hanno fatta crescere... ho ancora tanto da
imparare, e tanto da sbagliare
Ma ora affronto col sorriso la maggior parte dei miei ostacoli

Un bacio a te e Mim

marzia
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