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MARCO E IL SUO SOGNO

Ultimo Aggiornamento: 31/07/2005 00:34
16/02/2004 04:51
 
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MARCO E IL SUO SOGNO


Notte di luna, così intensa da non avere voglia di rinchiudersi in casa; vorresti solo volare ed abbracciare il creato; urlare che lo ami con le contraddizioni che offre, con le battaglie perse e vinte, coi pianti e coi dolori .In fondo sopravvivi, nonostante ciò che hai dovuto conquistarti a prezzo molto alto, alcune volte.
Pensava così Marco tornando verso casa in bicicletta, non aveva voluto usare l'auto; era una notte da vivere, da assaporare, da gustare. Fissare nello sguardo per trattenere quel sogno che gli riempiva il cuore. Aveva avuto quasi tutto ciò che voleva Marco, ma non era felice, tranquillo, sereno, ma la felicità che ti fa urlare, ecco, quella no, non l'aveva mai provata.
Fama, successo, auto veloci, case, terreni, una donna quando ne sentiva il bisogno, la simpatia; non era così che immaginava la sua vita. Serate al bar, in riva al mare per poi finire a ballare con sconosciute che gli lasciavano un sapore non suo addosso; una sensazione di disagio.
Così, improvvisamente capì ciò che mancava a lui: il sogno.



Iniziò a costruire la sua impresa; si allenava quanto più poteva, lui e le montagne erano come gemelli, non sentiva la fatica, la strada ripida era per lui come panna montata. La solitudine di quelle corse lo lasciava senza fiato, assaporava la libertà di volare sulle cime, si sentiva grande come un'aquila.
I primi successi, il traguardo che tagliava lui per primo, Marco non desiderava altro; ma attorno piombarono altri personaggi, in fondo aveva bisogno di manager, di medici, di preparatori: tutto un team per lui, poteva scegliere i gregari tra gli amici.
Ogni cosa era costruita attorno a lui, ancora ragazzo di provincia.
Le vittorie importanti, i gravi incidenti, niente poteva fermare quello scricciolo che danzava sulla bici, era un tutt'uno col suo mezzo.
Gli interventi chirurgici erano solo un modo per ritornare a correre, era nel sangue la voglia di vincere per se e per i tifosi che lo incitavano: "Forza, Marco" e gli striscioni "Magico Pantani" gli facevano dimenticare la fatica e il sudore, le gambe molli e l'annaspare del respiro.
Ecco là il traguardo, sei primo, vai Marco.
Poi, il tranello, un incidente di percorso, e lì, stordito, esterefatto, comprese che era entrato in un gioco più grande di lui, anzi non era nemmeno un gioco.
La sua credibilità, il suo orgoglio, la sua fama messa alla deriva; non era più il capitano di una nave inaffondabile, ormai lo avevano marchiato e lasciato solo.
Cosa hai pensato, Marco, nella lunga notte che ha preceduto il giorno dell'amore?
Avrei voluto, come quella volta, scriverti e dirti di continuare a lottare.
Ti sei arreso, la bestia ti ha aggredito alle spalle e gli applausi non li sentivi più!
Come ti sei sbagliato, Marco, sono ancora tutti per te: Vai Magico Pirata, butta la bandana al vento e taglia il traguardo del cielo.
Non sarai solo un ricordo, hai lasciato un segno che nessuno potrà mai cancellare, e tanto dolore nel mio cuore.





F I O R E[IMG] utenti.lycos.it/baraondapage/GifAnimate/Campanellina.gif[/IMG]
MARIA ANTONIETTA
...le persone amate non le ho amate mai abbastanza... (Roberto Vecchioni)

[Modificato da fiordineve 16/02/2004 4.54]

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16/02/2004 21:48
 
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16/02/2004 22:09
 
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E' veramente triste quello che è successo
Un bacio con un abbraccio
Non ti dimentichieremo mai
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17/02/2004 17:52
 
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ciao marco
Un vero amico è chi sa tutto di te e continua ad esserti amico.
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31/07/2005 00:34
 
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Avevo creduto in lui, invece è stato un idolo di fango.

Troppo compiaciuto, arrogante, presuntuoso, lui era o no il campione? Gli altri... schiavi che procuravano la dose.
Una caduta ingloriosa, come quella di Maradona, solo che lui non ha avuto umiltà nel chiedere aiuto.

Non scriverei più di lui, oggi.
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