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La Bestia

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2023 10:53
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30/09/2023 10:53
 
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Così impunemente uccidiamo

i nostri affetti.
Quando riluccicano le gote umide e singhiozzi
scoraggia il tocco d’una carezza,
che se la mano vuol portare sollievo
s’arresta osservando la fragile materia,
Perché non vi fu mai tocco gentile
né mani capaci a non recare danno
all’umida porcellana del suo viso.

Così facilmente uccidiamo

le certezze, se mai ci furono e scongiuro
che alle porte del nuovo sole, quando l’umida città
si fonde ai sogni delle menti stanche
come a voler fuggirmi scalpita il cuore
dalla sua cella d’ossa per cercare Lei.

Uccido il tempo e dilanio lo spazio
perché in quest’ora tutto è nebbia
e la mente assorbe il mondo intero,
in quest’ora, nel mio letto, alle porte del nuovo sole,
è nebbia il mondo intero, Spazio nel mio letto
tutto sprofonda tende a me il sole intero mondo
alle porte del tempo nel mio letto sprofondo e sogno…

Certamente sta arrivando, sento il passo della bestia,
il suo respiro affannato e orribile
non lo temo mentre impugno fermo la spada
e la mia corazza riflette lo strepitio della tempesta.

Si presenta, orrendo animale di oscura razza,
si dimenano su di me tre braccia spinose di edera,
due alle spalle del mostro, una che si allunga dal busto,
mi attanagliano, cercano di afferrarmi.

Ma sicuro e impavido vado a scagliare il mio rancore,
un taglio netto e ai miei piedi s’arrende un arto bestiale
che al mio sguardo, in terra, tramuta in una falce.
Un altro ancora cade per mano della lama,
ora è meridiana, segna il tempo con lo scoccare del lampo.

Tagliar via l’ultima zampa m’addolora,
ma come il guerriero che di certo sono sguainata l’arma lacero muscoli ed ossa,
ancora in aria l’aberrante appendice trasfigura in catena con anelli di fedi nunziali.
Un orefice fidato ne stimerà il valore.

Il mostro incerto non s’arrende e a passo d’elefante s’avvicina,
devo fermare il suo cammino, miro alle gambe -
una pioggia di monete sgorga dal suo bacino reciso,
scintillano come lucciole bagnate dalla pioggia, un orribile urlo d’agonia dalla sua gola.

La bestia spira rantolando in una lingua che posso comprendere e che mai avevo udito,
il Messaggio dei messaggi, parola dopo parola, sillaba dopo sillaba,
tutto è chiaro come la più elementare cosa.
E le parole mi circondano il viso, entrano nei miei occhi spalancati,
il tutto è ridotto alla più piccola particella verbale,
essa sono io e ho il dovere di diffondermi,
di entrare in ogni orecchio e affiorare da ogni bocca.

E le ali della libertà si sono spiegate sul cielo al di sopra dei tetti,
l’uomo è Uomo quanto la terra è Terra,
crollano gli altari come castelli di carta,
il mostro è morto, Lei mi aspetta.
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