Il coraggio dei vinti che la danno vinta per finta

E' un film troppo lungo e noioso,
la vita. La mia lo è di certo, dicesti.
E la parola FINE arrivò molto tempo prima
dei previsti titoli di coda e ringraziamenti.
D'improvviso, nel mezzo della narrazione,
ancora da svolgersi in grandissima parte e
col protagonista ancora da formare ed evolvere,
la proiezione s'interruppe in modo del tutto inatteso,
come se all'interno della sala cinematografica fosse saltata la corrente
e le forzate tenebre calarono sull'enorme schermo ora spento e più simile a una lavagna.
Pochi attimi dopo, su di esso apparve una diapositiva lapidaria quanto disarmante nella sua chiarezza:
"Il regista e sceneggiatore ha ritenuto superfluo far continuare la finzione: egli va a ricercare il vero altrove."
So che forse non ti interesserà, ma e me il tuo film stava piacendo, Molly. Era senza sussulti, senza pathos, senza up and down
ma la delicatezza con cui parlavi e raccontavi di te, la profondità della tua filosofia, la spiritualità della sua saggezza, bastavano a renderlo unico.
Lo riguarderò più volte quel cortometraggio incompiuto, ripetendomi che non ce l'ho con te per quello che hai fatto; piuttosto ti ammiro, coraggiosa Molly. Forse ti seguirò, Molly mia...