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Tirso pian piano

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2015 18:11
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20/04/2015 23:03
 
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Violadaprile, 16/04/2015 18:44:

tranquilla Rosy, goditi pure il bel sole che stare troppo al pc non fa bene alla salute
[SM=g27828]

ma attendo con ansia e trepidazione il tuo pregevole e desiderato giudizio :D



No, qui il giudizio è latitante [SM=g27822]

davvero, sai

vado a sensazione, che poi è ciò che poi è la cosa più naturale quando facciamo nostri i versi altrui o un quadro che ci attrae per i colori, le ombre, le sfumature...

Io che guardo la vita muoversi tra binari opposti: il grido e il silenzio, la velocità e la lentezza, il fuoco delle passioni e la cenere delle stesse, il furore e la calma, non posso non pensare a certe manifestazioni anche corali di fronte alla morte sia improvvisa che preannunciata come ultimo atto dell'esistenza, penso certe esternazioni del dolore con cui si cercava di esorcizzare il dolore stesso attirando l'attenzione degli altri, vestendosi di nero, strappandosi i capelli, battendosi il petto, urlando come per essere certi che gli altri ne sentissero l'eco; così un tempo le donne del Sud, nei luoghi che sembravano non esistere e a cui si dava un'impronta persino folcloristica, corale appunto...

Qui mi arrivano sensazioni opposte: si contrappone il silenzio, l'animo velato di un colore sfumato come la nebbia che avvolge gli spigoli e li smussa; si contrappone la lentezza (Tirso pian piano abbandona questo mondo), la rassegnazione (È da tempo che lo sta lasciando)
*Premesso che "drop" è un termine mai entrato nella mia testa l'ho cercato*, dunque, dicevo, si avverte la sensazione di "ottundimento" (Ogni drop sul cammino fa un rumore di stoffa ovattata)

Bisogna conoscere i poli opposti del dolore: il cadervi dentro e il fuoriuscirsene indenni, per comprendere come sia possibile quel: Niente strappi nessuna lacerazione quella Voce piatta opaca senza suono quegli Occhi che non guardano abbandonando volti e cose

un ritrarsi quindi in un non-luogo, in un non-io, fuori dal mondo, fuori dal tempo, dove tutto è nulla e il nulla è tutto: solo lì puoi non sentire lo strappo, il dolore degli addii, ma questo non accade all'improvviso, è anch'essa una condizione che si abbraccia piano piano nel tempo che scorre lento e inesorabile (È da tempo che lo sta lasciando)

Non si arriva dall'oggi al domani a mettersi in questo ordine di idee, nessun predicatore farebbe presa su chi non si predisponga a "uscire dal suo corpo" e a guardarsi/guardare dal di fuori/e oltre;
qui l'elemento di rottura con un precedente modus vivendi c'è ed è l'illusione,
illusione che si è rivelata un flop:

L'ultima vana illusione è stata fatale

L'ultima? Qual'è l'ultima? Ci si chiederebbe
Nonostante tutto Tirso ne aspetta ancora


Ma l'essere umano è predisposto a ricrearsi altre illusioni, senza le quali non riuscirebbe a vivere perché la realtà, quando non illusoria, spesso è arida e aspra, perciò "Tirso ne aspetta ancora", non è detta l'ultima parola...

Ci si può illudere e disilludere quando il Tempo ci dà proroghe, quando i mesi e gli anni sono dalla nostra parte e ci concedono altre possibilità, altre illusioni e disillusioni, tutto nel conto dei raggi di una ruota che gira e macina gli attimi o una vita intera... ma a questo punto la ruota sembra lasciata al suo corso:

L'ultima è la vita che se ne va per la sua via
Scivolando in qualche tombino come un blob deluso


non è più il tempo dell'"io sono-io voglio-io decido-lotto-cado-ricomincio" ma è l'ora in cui la volontà cede, si assottiglia, si spezza (Tirso, gli anni alle spalle, non vuole più niente)

Forse gli resta soltanto il raccontarsi, il raccontare quel che è stato (Ha avuto passione e lacrime, ora ha solo le parole)

I due versi che seguono mi sembrano i più confusi e forse non necessari:

Non vuole niente ma sa che arriverà lo stesso
il niente che non vuole ... punto di polvere nel cielo vuoto


Quelli precedenti si potrebbero agganciare benissimo a questi:

Adesso aspetta, tace anche la voce del cuore
Il percorso si dirama in direzioni prive di importanza
Seduto, ad uno degli infiniti bivi del possibile


tutto sommato quel "tace anche la voce del cuore" ce lo potremmo aspettare ma il verso che segue è un graffio nel punto più vivo:

"rifiuta di scegliere, ma rifiutare è già una parola grossa"

frase che è anche un po' un ossimoro perché rifiutare è già a sua volta scegliere - scegliere di non scegliere -

"Tirso guarda la vita che prende una strada
che non sarà la sua, quale che sia, quale che sia ...
Seduto al bivio su di un masso indifferente
la saluta
................piano
.............................e gira gli occhi altrove



Tirso"



Ed anche noi restiamo a guardare in un punto invisibile questa morte o rinascita spirituale, l'una cosa e l'altra che si congiungono come la testa-coda dell'oroboro...


Poesia di forte suggestione

Grande [SM=x142872]


P.S.
rivedi sulla tua copia quel qual'è

[Modificato da Rosy.S 20/04/2015 23:34]
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