Ecco, lo sapevo, il tuo commento valeva la pena dell'attesa :)
Anzitutto, un piccolo chiarimento su un evidente equivoco che, essendo stato male interpretato anche da altri allo stesso modo, devo aver mal posto io:
“
Non vuole niente ma sa che arriverà lo stesso
il niente che non vuole ... punto di polvere nel cielo vuoto"
qui c'è un senso di inesorabile destino, e di rassegnazione, il “niente” che non vuole è un niente oggettivo, che si fa soggetto, Tirso non vuole più niente ma sa che il destino gli riserverà ancora sventure e divagazioni illusiorie, che non vuole e però arriveranno, malgrado il suo rifiuto.
La vita procede malgrado lui, si prende i suoi prezzi malgrado lui. Persino il nulla è qualcosa che sa di non poter rifiutare. Il nulla è arrivato, ne ha segnato la morte interiore ma è sempre in agguato, come tutte le sventure della vita, dove le scelte sono sempre state (come per tutti noi) obbligate. E lo trasforma, come tutti noi, in un atomo insignificante in un cielo altrettanto insignificante.
I due versi quindi possono forse non essere particolarmente riusciti ma hanno un senso preciso e non sono affatto inutili.
“Io che guardo la vita muoversi tra binari opposti: il grido e il silenzio, la velocità e la lentezza, il fuoco delle passioni e la cenere delle stesse, il furore e la calma”
La bellezza e la consonanza di questo appunto da solo valeva la pena dell'attesa. Mi hai fatto venire le lacrime, concretamente e non metaforicamente. Mi ritrovo senza parole e con gli occhi lucidi.
Quello che segue invece non mi appartiene. Non sto parlando di un lutto vero o di qualcuno che ci ha lasciato o che ci sta lasciando. Sto parlando di me. E qui mi scopro completamente.
Sto parlando di quella parte di me che da tempo sta morendo o se vogliamo si sta staccando dal mondo, per disinteresse e disillusione. Per bisogno di trascendenza. Me.
Le prefiche siciliane, ma anche le prefiche greche e tutte le donne urlanti e nerovestite comuni in tutto l'arco dell'antico mediterraneo, non erano donne sofferenti ma donne prezzolate, pagate per esprimere “con alti lai” il lutto di ogni famiglia. La stessa famiglia che ancora oggi accende mutui milionari per matrimoni grandiosi, per popoli dove l'apparenza è tutto. Quindi si pagano donne che piangano dimostrando pubblicamente il nostro dolore e si spendono fantastiliardi per nozze fiabesche, che dovranno restare nella memoria della città, del paese, del villaggio per secoli.
E qui non sto a fare tutta la cronistoria anche neolitica, perché le nostre culture risalgono a tempi davvero antichi. Ve le risparmio.
Procedendo con ordine (più o meno): “drop” è inglese, è la lacrima, la goccia, di sudore o di pioggia, o anche di sangue, ma per esteso qualunque cosa che cada o che venga lasciata cadere, volontariamente o meno o anche solo per distrazione. Un drop può anche essere un regalo casuale oppure il fazzolettino ricamato lasciato cadere, con ben diversa intenzione, dalla damina settecentesca.
“Qui mi arrivano sensazioni opposte: si contrappone il silenzio, l'animo velato di un colore sfumato come la nebbia che avvolge gli spigoli e li smussa; si contrappone la lentezza (Tirso pian piano abbandona questo mondo), la rassegnazione (È da tempo che lo sta lasciando) (…) la sensazione di "ottundimento" (Ogni drop sul cammino fa un rumore di stoffa ovattata)”
non sono sensazioni opposte ma tutte all'insegna di sensi smorzati e “ottusi” che, in un climax ascendente terminano nel silenzio finale (ovvero iniziale).
“Bisogna conoscere i poli opposti del dolore”
e su questo hai perfettamente ragione, non si arriva a un nichilismo così totale se non si è attraversato tutto, ma proprio tutto. Al punto che l'anima è stanca. Al punto che niente ha più davvero senso e importanza.
C'è però una contraddizione in termini. Se fosse davvero, ma davvero davvero vero, che niente ha più importanza, neanche questa poesia esisterebbe.
Il contrario di tutto è l'autismo, la ritrazione in sè, la cessazione graduale di ogni forma di comunicazione.
“un ritrarsi quindi in un non-luogo, in un non-io, fuori dal mondo, fuori dal tempo, dove tutto è nulla e il nulla è tutto: solo lì puoi non sentire lo strappo, il dolore degli addii, ma questo non accade all'improvviso, è anch'essa una condizione che si abbraccia piano piano nel tempo che scorre lento e inesorabile (È da tempo che lo sta lasciando)”
(ti adoro)
Quindi siamo sull'orlo, con un baratro da ogni lato dove sprofondare e (forse) dove davvero riposare. Ma l'orlo è sottile e cadere da una parte o dall'altra è estremamente facile, ma com'è ovvio del tutto indifferente. Da quale parte cadere, e anche lo stesso cadere.
Forse ancora potrebbe prendere una direzione, ma no, non la vuole.
"rifiuta di scegliere, ma rifiutare è già una parola grossa"
frase che è anche un po' un ossimoro perché rifiutare è già a sua volta scegliere - scegliere di non scegliere - “
diciamo che è un ossimoro voluto ed esplicitato
e infatti
“rifiutare è già una parola grossa”
“una parola grossa” è un francesismo, “un grand mot”, che indica tutte le parole che non si possono usare, sia perché volgari, sia perché troppo forti e impegnative, proibite dal bon ton, e per via di quell' understatement che accomuna francesi e inglesi in un molto simile way of life, o se vuoi way of behavior, che da secoli, sin dai tempi dei normanni, veri inventori della lingua d'oil, peraltro parlata anche nelle corti di Inghilterra, rende evidente la fondamentale somiglianza se non uguaglianza tra le due culture.
Per questo quindi “rifiutare” è una parola grossa, perché va molto oltre le intenzioni, una scelta che non si vuole fare e che non si vuole comunicare.
“Ed anche noi restiamo a guardare in un punto invisibile questa morte o rinascita spirituale, l'una cosa e l'altra che si congiungono come la testa-coda dell'oroboro...”
nessuna rinascita, solo un lento andare via, un dimenticare e un lasciarsi dimenticare, un punto di polvere che forse era stato un punto di luce, uno spot che si va stringendo, come sul palcoscenico, sino a scomparire
Grazie, sapevo che mi avresti fatto un commento bellissimo.
Viola
ps. cavolo, è vero, peccato =(
mi è proprio sfuggito
[Modificato da Violadaprile 21/04/2015 01:31]