Cammino in città

Esco da casa nonostante in giro ci siano pochissimi e disperati gradi, che si contano sulle dita di una mano stanca; c' è freddo ma non importa.
Ho tanta strada davanti la mia faccia e devo percorrerla trascinando le mie quattro ossa.
Un passo dopo l' altro, uno fiero e contento, l' altro zoppo, uno spento, uno saltellante; dipende dal sentimento.
E dedico ogni passo a qualcuno che conosco, perchè son solo, ma vorrei la loro compagnia, ed immagino che al mio fianco almeno uno di loro ci sia.
E faccio tutta questa strada senza uno scopo, non ho una mappa e nemmeno un' obiettivo, cammino, da solo, verso il futuro.
Mi godo ogni metro ed ogni passo falso, con tanta stramba gente che mi sbuca di fianco, mi viene incontro ed al' ultimo secondo la scanso.
Infilo i piedi nelle pozze, evito agilmente gli intoppi e vado veloce osservando tutto e tutti, ed incrocio occhi distratti che dissolvono subito i proprio sguardi.
Sosto ogni tanto, come tappe prefissate di un lunghissimo viaggio; entro dentro un bar del centro e mi tuffo su un caffè bollente.
Che mi scalda e mi ricarica, mi da vita e nuovo chilometri da macinare, senza mangiare.
E mi accendo una sigaretta di tutta fretta, senza cercarmi un posticino al' ombra, comodo e panoramico; fumo camminando, quasi correndo e sono comunque contento.
Mi intravedo passante dentro una vetrina e mi rendo conto che oramai ci sto dentro.
Sono un uomo di città a tutti gli effetti, cellulari, portafogli, fazzoletti ed altri arnesi... me li tengo stretti.
Non ho idee, ne malinconie, non ho passioni e nascondo le follie... Mi mancano malesseri fisici e mentali, non ricordo insegnamenti che credevo indispensabili e nemmeno le morali, delle favole che mi raccontavo ogni notte da solo.
E cammino, col freddo, contro vento; ben coperto soprattutto in testa e al petto, per proteggere non ricordo cosa...

Adesso non ho quasi nulla ma non mi serve nient' altro.