Con gli occhi spenti, carichi di nebbia, vago per sentieri deserti con le mani rose dal gelo, mormorando preghiere incerte, cercando scintille sotto cumuli di neve. Il sole giace immobile in torbidi mari, le montagne trattengono il respiro, arpe impolverate tacciono dietro portoni sigillati. Altrove, la luce danza, inquieta e felice; uomini dai volti dorati cantano e bevono il succo di uve benedette. Neppure un'eco turba il ritmo delle loro fatiche, la loro placida solerzia. Non conoscono il mio nome, il dolore grigio dei miei risvegli, le vene aperte a sanguinare sogno e colore. Le mie ginocchia toccano la riva, il ghiaccio arde sulla mia pelle: in un silenzio di nubi cieche si esaurisce il mio fervore, il mio liquido soffrire: il fiume ha intravisto il volto sfigurato dietro la mia maschera d'oro.
"Lo so che l'amore è una patologia, vorrei che mi uccidesse ora"
("Ci sono molti modi", Afterhours)