I figli del negoziante

Nel villaggio di Vyboniek vivevano due fratelli, il primo era alto biondo con lunghi capelli, aveva un carattere spigliato e socievole che lo portava facilmente a fare conoscenza con persone mai viste prima.
Suo fratello era l'opposto, piccolo e tarchiato con pochi capelli in testa color corvino ed un carattere schivo, tutt'altro che socievole.
Essi erano gli unici eredi del negozio Pytiun, il più grande e famoso negozio del villaggio e probabilmente della regione.
Infatti da tutti i villaggi vicini ogni giorno venivano centinaia di persone a fare acquisti.
La fortuna del negozio l'aveva fatto il vecchio Shij, padre dei due giovani, che con abilità ed anni di sacrificio aveva messo in moto una macchina perfetta che andava avanti da sola grazie al passaparola ed agli anni di successi nelle vendite.
Nel negozio si vendeva di tutto, dagli attrezzi per l'agricoltura ad oggetti per arredo e vi era persino un piccolo mercato ortofrutticolo che sfamava gran parte della regione.
Il vecchio Shij era morto da quasi un anno ed i figli, unici eredi, l'avevano sostituito alla guida del negozio.
Le differenze caratteriali dei due fratelli non tardarono a farsi notare anche sulle decisioni lavorative.
Se infatti il fratello più espansivo era molto socievole, questo nel lavoro si ripercuoteva in modo negativo, aveva infatti sempre il vizio di fidarsi troppo della gente non ponderare mai le scelte e questo comportava perdite ingenti per l'attività.
All'opposto il fratello più schivo non si fidava di nessuno, era restio a fare crediti e stringere nuove collaborazioni anche quando queste erano oggettivamente ottimi affari.
I due andarono avanti così per undici mesi, il negozio era ormai allo sbando, i clienti cominciavano a stufarsi della mancanza di organizzazione e cercavano alternative per i loro acquisiti.
I due decisero di andare a pregare presso la tomba di Shij per cercare nella meditazione un ispirazione che potesse aiutarli.
Giunti per la prima volta dalla sua morte, alla tomba del padre, trovarono davanti a loro uno spettacolo tutt'altro che piacevole.
La vegetazione aveva quasi totalmente divorato la lapide del proprio caro lasciando scorgere solamente parte del busto in marmo.
I due non trovarono nemmeno in questa occasione dei punti in comune per iniziare a pulire dai rampicanti e dalle erbacce la tomba, quando ad un certo punto, il cielo fattosi nero iniziò a tonare.
Questi boati li fecero rinsanire e temendo fosse una punizione divina per i loro comportamenti iniziarono a collaborare seppur con qualche difficoltà e pulirono la tomba.
Una volta tolte le erbacce notarono l'epigrafe commissionata dal padre a loro insaputa prima di morire, stettero ore a contemplarne il significato e giunta l'alba tornarono indietro.
Una volta al negozio i due parevano completamente cambiati, ora fondevano i propri caratteri in una perfetta commistione di abilità e passione tanto che di li a poco tempo il negozio tornò quello di prima se non addirittura migliore diventando non solo il più noto della regione ma di tutta la nazione intera.
Fecero replicare quella epigrafe che tanto li aveva ispirati e convinti a collaborare e la posero come un motto vicino al ingresso della struttura...”Una mano da sola non può applaudire”.