Siamo i disadattati, gli oppressi, gli sfigati; quelli che vedi servire ai tavoli di un fast food, quelli che elemosinano la compagnia di un fratello di fumo, quelli seduti soli, in una bar, impegnati in una strana conversazione col loro bicchiere, come un vecchio quadro di Degas; siamo i soliti depressi, un po' strani, capaci di vivere per anni una favolosa vita di facciata ed essere invece decomposti già da troppo tempo; siamo i pericolosi, gli arrabbiati, i perenni rivoluzionari delle nostre cause perse combattute a colpi di Bob Dylan e V per Vendetta; siamo quelli che se potessero, vorrebbero morire adesso, ma che si farebbero uccidere solo per il desiderio di vivere; siamo i perenni indecisi, anarchici al futuro e al nostro destino, ma troppo legati alla realtà per volerla davvero distruggere; siamo gli amanti delle tenebre, del proibito e della morte, i perenni adulatori di fantasmi senza occhi che allungano le dita verso quel che resta di una candela consumata; siamo i poveri viziati, assetati di una pienezza che non ci verrà mai concessa; siamo i f*****i tanto amati da Bukowsky, quelli con l'anima in fiamme, diceva lui, sempre se di anima un minimo ce ne sia rimasta; siamo gli eterni perdenti, affamati di sogni che non si realizzeranno in vite che nessuno vivrà, un po' Verlaine un po' Cobain, Gandhi e Manson, Van Gogh e Basquiat, tutti e nessuno nello stesso momento; siamo gli sconfitti di sempre, da sempre e ormai non se ne parla nemmeno più; siamo l'ombra delle strade, le gocce che sbattono contro i vetri, il sangue di una rissa di periferia: silenzio, sogno, violenza. Siamo i primi nemici di noi stessi talmente crudeli da apparire feroci; siamo gli abbandonati, gli illusi, i folli, quelli rimasti soli per aver capito che si è soli in ogni momento; siamo i bisognosi di un attimo che nessuno ci concederà, i cacciatori di tesori senza valore alla nostra vista inestimabili; siamo i simulacri di chi dovevamo essere, le ceneri di una proiezione vuota, la fotografia sbiadita di una parete bianca; siamo gli errori del sistema, le generazioni andate a male come il cibo rancido, le scene tagliate di un film; siamo le lacrime nere di eyeleiner, nere come le notti talmente profonde da rischiare di affogare, quando perfino il cielo sembrava dovesse essere risucchiato; siamo l'eccesso, la trasgressione, la depravazione... credevamo si chiamasse libertà, evidentemente uno dei nostri tanti errori; siamo gli scheletri nell'armadio, i mostri sotto il letto, il rumore dietro la porta... siamo la paura nata dal violare il sistema, le sue regole, la sua morale di perfezione. Siamo la danza macabra della terra, che nessuno ha visto, ma che tutti disprezzano. Siamo le viscere di una p*****a che ci ha messi al mondo e ci ha abbandonati al nostro perenne, inarrestabile niente!
[Modificato da debona 22/10/2013 03:23]