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ENDECASILLABO: L'endecasillabo è il verso più nobile della poesia italiana.

Si definisce endecasillabo:

l'endecasillabo piano: 11 sillabe con l'accento tonico sulla decima posizione seguito da una sillaba atona.

(11P) Nel- mez-zo -del -cam-min- di- no-stra -vì¹°-ta

Si possono avere anche

endecasillabi tronchi: quando il verso, di dieci sillabe, termina con una tonica

(11T) e -con- Ra-che-le,- per -cui -tan-to- fe'¹°

endecasillabi sdruccioli: quando alla sillaba con accento tonico seguono due sillabe atone

(11S) Già -non -com-pie' -di - tal -con-si-glio -rén¹°-de-re.

In pratica si definisce endecasillabo il verso che ha l'accento tonico sulla decima sillaba.

L'endecasillabo canonico ha il seguente schema: 4-10 o 6-10.

Ciò significa che, oltre alla 10°, ha la 4° sillaba tonica o, in alternativa la 6°

Si possono avere entrambe le sillabe toniche (4 e 6), ma non entrambe atone: in questo caso il verso si dice sbagliato.

Quindi, con varie possibilità di ritmi fra atone e toniche, si può riassumere lo schema accentuativo dell'endecasillabo:

corretto: 4-(6)-10 a minore (la prima parte del verso è un quinario)

corretto: (4)-6-10 a maiore (la prima parte del verso é a un settenario)

corretto: 4-6-10

[non corretto: 4-6-10 (raro e usato soprattutto nel '900).




ENDECASILLABO SCIOLTO è una serie continua di endecasillabi senza rima.

È di uso soprattutto sette-ottocentesco, anche si conoscono esempi cinquecenteschi, ma raramente nei secoli precedenti, consacrata dal Giorno di Parini, dai Sepolcri di Foscolo e dagli Idilli di Leopardi.

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