FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

AVE, MARIA... by WALKO

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  • fiordineve
    00 12/03/2007 00:45
    AVE, MARIA…

    Diresti che manca l’odore dell’erba, di paglia, di fango, di fiori, di terra. Il paesaggio è lo stesso di sempre, da questa finestra che a volte ti sembra di guardare un dipinto: una fetta di cielo, un groviglio di strade, e palazzi palazzi palazzi palazzi palazzi. Una periferia senza nome. Lui adesso non torna dai campi, non ha mani callose, non ha un collo taurino, non ha spalle possenti, è un signore, un borghese, un qualunque dei tanti che tornano dalla fabbrica, dal negozio, dall’ufficio, dal mondo.
    E tu hai lasciato i tuoi sguardi bambini su un ormai appassito e represso desiderio di bambola, sui tuoi giochi di moglie e di mamma piccina, silenziosa e compunta, su contorni rarefatti di favole e storie ormai dimenticate, di preghiere insegnate e rimaste sepolte nel cuore, della voce, delle braccia, delle mani, degli occhi grandi e sgomenti di tua madre che adesso è ricordo talmente lontano da perdersi in un vortice di immagini sfumate: voce braccia mani occhi, una gita in collina, un vestito da sposa piegato e riposto in un baule in soffitta, una tovaglia a grandi scacchi bianchi e rossi macchiata di vino, un odore di candele e di incenso, un silenzio che urla all’intorno. E non sono passati che pochissimi anni, soltanto.
    E’ arrivato, ti chiama. Maria!
    Lui è arrivato e ti guarda. E tu preghi e lo guardi. E lo aspetti, rassegnata, lo aspetti. E nel cuore, dissepolto, già sgrani il rosario al suo primo mistero doloroso.

    “Ave Maria piena di grazia il Signore è con te tu sei benedetta fra le donne…”

    I tuoi quattordici anni derubati di innocenza si distendono ed altro non potresti fare, dire, pensare, mentre due lacrime inondano le guance. Lui ti è sopra e ti mette una mano sugli occhi, sulla bocca, sul viso. Non parla, non grida, non insulta, non geme. Ansima soltanto, e una vena vermiglio gli si gonfia sul collo.

    “Ave Maria piena di grazia il Signore è con te tu sei benedetta fra le donne…”

    Tu non guardi, non parli, non senti. I tuoi occhi bambini cercano altrove immagini consuete, come un volo di rondini, un tramonto tiziano intravisto verso la ferrovia, e la luna che presto sbucherà dietro alla ciminiera.

    “Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome…”

    Lui si muove, si muove. Tu preghi. Presto è tutto finito, si dovrà preparare per cena, forse poi questa sera c’è un film alla televisione: una storia di vita, una storia d’amore. Fuori un cane sta abbaiando, disperato o convinto, chissà. Gatti randagi gridano d’amore, e ti sembrano le voci di bambini. Lui non c’è più, non lo vedi, non senti i suoi grugniti, la voce del suo sforzo e di quel suo godere solitario.

    “Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il tuo nome…”

    Finito. Tutto fnito. E’ rimasto soltanto un odore un po’ acre di sudore e di sangue. Sei rimasta distesa, i tuoi occhi sbarrati nel vuoto a cercare un appiglio a cui aggrappare la tua rabbia, la tristezza, il ribrezzo. Lui non c’è. E’ soltanto un rumore nel bagno di acqua che scorre. E’ soltanto un ricordo. E’ soltanto un odore. E’ rimasto soltanto un rosario sgranato, seppellito di nuovo nel cuore.

    “padre mio…che hai generato questa mia carne e hai fatto offesa della tua carne e hai fatto scempio della mia carne…lo sai…non potrò amare un uomo in tutta la mia vita…è sbarrata la porta del mio amore, è socchiusa la porta del ricordo, è spalancata la porta del dolore…padre mio…non mi vendicherò, non ti denuncerò, non ti farò del male…aspetterò l’orgasmo dei miei sensi, quando ti vedrò decadere soffire morire…sia maledetto pe sempre il tuo nome…”

    Ave, Maria…dolce perduta regina della sofferenza, della rinuncia e del rimpianto.

    Diresti che manca l’odore dell’erba, di paglia, di fango, di fiori, di terra. Il paesaggio è lo stesso di sempre, da questa finestra che a volte ti sembra di guardare un dipinto: una fetta di cielo, un groviglio di strade, e palazzi palazzi palazzi palazzi palazzi. Una periferia senza nome. Uno straziante dolore senza nome.

    Walko


    11/07/01
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    00 12/03/2007 14:02
    Un racconto vivo e straziante nello stesso momento.
    Alcuni passi sono poesia pura.
    E' stato un grandissimo: sapeva trasmettere delle emozioni vivissime.
  • fiordineve
    00 12/03/2007 14:31


    IMMENSO.

    Sceneggiatore, scrittore, artista a tutto tondo; schivo da non voler apparire nemmeno quando le sue opere venivano rappresentate; così, nel suo modo di non farsi compatire, se n'è andato senza dire nulla.

    Ora scriverà e canterà le sue ballate tra gli angeli.

    Sper, Silvano, che tu, finalmente, abbia trovato le risposte che ti mancavano.


    Solo per te, Fiordi. [SM=x142887]