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Qui in valle, le sere d’estate,
mentre il cielo squinternava
la prosa dei lavori duri,
s’adagiava tanto molle una speranza
sotto la paglia dei cappelli;
allora la luce, ammorbidendosi,
slacciava i muscoli più tesi
quando le litanie delle bestie
tornavano a ristorarsi sopra i fieni.
Spianate d’infinito
si coricavano gli argini, maree materne
placavano i corpi delle donne,
speranze dolcissime ornavano
i figli e le tovaglie.
Appena si scioglieva il mondo delle stelle
poi sui fianchi e i petti nudi
stendevano le voglie
e prima di tornare a Dio
un bacio sulla bocca,
perdonava ogni miseria.