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Tenacia, speranza, follia,
dove vivo io,
scappa anche Dio.
Incoscienza, oppur’che
sia, amarezza, temeraria
o lucida pazzia,
ma soltanto sfinimento
stanchezza, terra amena,
che pena, trema.
Come rocce genti,
ai tempestosi accadimenti,
come eternamente verdi
sereni i monti.
Popoli riservati, testardi,
irriducibili, un tempo,
Sanniti, Ambrones, Oschi,
Piceni, , Celti, i Gentili.
Per antichissimo voto ,
volgo alla quercia devoto.
Genti legate a boschi
Avvincenti, cime innevate,
stupore e meraviglia,
addormentarsi per ore
serenamente e soprattutto
non con terrore,
scricchiolii, scosse, abbaiamenti,
scappano anche i serpenti.
Lieve scende la neve
sulle strade in rovina,
sui nostri sogni,
sulle tetre prospettive,
sui desideri di lavoro
sulle attività produttive.
sui nostri fati.
Topi, sulle macerie,
giornalisti e giornali,
notiziari vaghi, smemorati,
ossa lucenti dimenticate,
presto, lucciole perdute.
Politica, promesse, proscenio,
retorica, si sa,
non è colpa,
responsabilità, di nessuno,
gatto che parla,
non mi parla.
Ci fanno intendere,
qui si sa cantarla,
anche il miele
si tramuta in fiele .
Autocrati, zarri, lacrime,
show per sfollati,
a occhi asciutti
dopo la messinscena,
i disgraziati non
fanno più pena.
Accontentarsi e forse
illudersi, che neve
non copra usanze,
tende e speranze.
Miseri nei campi
i servizi sanitari,
non poter entrare,
nei cimiteri, onorare
i defunti familiari.
Tra neve, macerie,
con solo un,
occhio, ammicca lieve,
bagnato un orsetto
sparuto, allegoria di
un tempo perduto.
Il freddo gela
ossa e fiducia,
poi, nessun aiuto.
Curva una vecchia,
porta il mangime
a polli, galline,
schegge di vita,
che si sbriciolano
in abbandonate rovine.
Col cuore stritolato
come vecchie mura.
Popoli e luoghi,
dimenticati, tenuti sinora,
da sempre a
distanza senza misura.

Questa mia è dedicata alle popolazioni dell’Italia centrale Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo con vicinanza e affetto per le perdite, per le vicissitudini dei terremoti e delle enormi nevicate, con la speranza, che la nostra Nazione non dimentichi e porti finalmente un concreto aiuto e vero sostegno soprattutto, alle usanze di questi popoli e soccorso a queste Italiane e Italiani, coraggiosi riservati, gentili, che non vogliono scappare dai territori devastati.

Spoleto 24/08/2019 con vicinanza ed affetto Marco Pagliarola