00 10/01/2016 04:21
O come fosse bello
saper muovere le dita
come il volo d'un gabbiano

il ronzio d'un calabrone
o la frusta per lo schiavo

l'arte del pianista
come il grido del profeta

far danzare questa penna
per incidere sul foglio
tutto quel voglio.

Mai ne fui capace
e mai ci riuscirò,

a fuggire dai miei versi
insensati e controversi

a lasciar partir per sempre
le mie rime e le assonanze

a descrivere qualcosa
che non sia questa mia vita.

O Dio, illumina il mio sonno
con delle parole nuove
con una missione

dona luce alle mie strofe
questa notte nei miei sogni

dammi odio e dopo pace
per soffrire un'emozione

che dopo io pian pian
col mio inchiostro d'un colore
scarabocchio questo foglio...

Ed attendo, il tuo giudizio eterno.