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FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

Luce

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    xevon
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    Registrato il: 18/05/2008
    Sesso: Maschile
    00 14/09/2011 03:17
    un racconto lungo fatto di racconti brevi
    0-zero;
    Prologo.

    Alessandro era stato abbandonato alla vigilia dei suoi 18 anni.
    Insultato, stuprato, picchiato, umiliato, gli ultimi momenti vissuti da Alessandro su questo mondo erano stati un inferno, un inferno di cui nessuno sapeva nulla e che i più non sarebbero nemmeno riusciti a immaginare, nessuno aveva realmente idea di quello che successe quella sera in quel vicolo.
    Cosa aveva fatto il ragazzo per meritarsi quel trattamento?
    Marco non ne aveva idea, e non aveva ancora la forza di interessarsene.
    Alessandro era morto, e con lui la sua voglia di vivere.
    Ancora una volta scoppiò a piangere.
    Immerse la testa nell'acqua, la visione del mondo che si aveva da lì sotto lo rilassava, i suoni, le immagini, era tutto diverso, gli dava la sensazione di essere in un'altra realtà, una realtà lontana dalla sua.
    Purtroppo l'acqua poteva isolarlo dal mondo solo per pochi secondi, poi doveva riemergere; riemergere per rivedere i colori come realmente erano, riemergere per risentire i suoni nella loro forma originaria, riemergere per sentire ciò che lo circondava, riemergere per vedere ciò che lo avvolgeva, riemergere per poter respirare di nuovo: riemergere per poter continuare a vivere.

    Continuare vivere? Aveva realmente senso ora? Anche ora che la vita non aveva più senso?
    Avrebbe potuto immergersi e non uscire più, morire in quella condizione che tanto amava.
    Avrebbe potuto ma non voleva.
    Non lo voleva perché la morte gli aveva tolto tutto, non si sarebbe mai donato a lei di spontanea volontà.
    Suo padre, sua madre, Alessia, e ora Alessandro.

    Sopra tutto Alessandro, perché lui non era “una” persona ma ”la” persona, era colui che c'era sempre; colui con cui parlava, rideva, piangeva, la persona che avrebbe sempre voluto vicino, dai momenti più difficili a quelli più belli.
    Il loro rapporto era superiore a qualsiasi storia d'amore, qualsiasi amicizia, qualsiasi fratellanza che entrambi avessero mai avuto.
    Andandosene Alessandro fece capire a Marco cosa volesse dire essere realmente soli.
    Quella solitudine che ti spinge ad abbracciarti da solo piangendo, sussurrandoti incoraggiamenti, convincendoti sottovoce che ce la farai anche stavolta, che la sofferenza è transitoria.
    Si sentiva così ipocrita a pensarlo adesso, immerso nell’acqua.
    Perché lo sapeva che la sofferenza non se ne sarebbe andata mai, la sofferenza non se ne era mai andata da quando era nato, la sofferenza gli aveva fatto fare quel piccolo e crudele passo fra la vita e la sopravvivenza.
    Mangiare, piangere, dormire.
    Mangiare, piangere, dormire.
    Mangiare, piangere, dormire.
    Mangiare, piangere, dormire.
    Oramai nulla era più di questo.
    Tornò sotto acqua, nel suo mondo.
    Indeciso fino all'ultimo secondo coscienza se la sua avversione per la vita fosse una motivazione sufficiente per continuare a vivere.

    Poi, pochi minuti dopo, la porta chiusa a chiave del bagno venne aperta con un calcio.


    1-uno;
    Riscatto.

    Nile Crimson\\ innata capacità di fallimento.
    Ha una scopo, ma non ci prova nemmeno.
    Capita a volte di non aver altro da fare oltre ammazzarsi, essere così annoiato e disilluso da farlo non per passione o per disperazione, ma proprio per passare il tempo (o meglio, per non doverlo più fare).
    Ed è qui che Nile si trova in questo momento, in questo luogo dell’essere, in questo stato confuso però consapevole. Abbastanza consapevole da decidere di darci un taglio e basta. Quindi si da’ un gran da fare, prepara la corda, la sedia –traballante, perché se no non è la stessa cosa- e pure la lettera d’addio, che è un po’ quella che gli ha bloccato tutto per tanti mesi.
    Chi devi salutare in una lettera d’addio? Per i suicidi che sono soli è facile, per Nile invece meno, perché ha una famiglia che lo ama, una ragazza che lo ama, degli amici che lo amano e insomma lo amano un po’ tutti. Ed è proprio questo che un po’ gli viene a noia, perché sa di essere amato e sa che malgrado questo ancora manca quello che cerca. Perché lui è amato ma non ama, perché Aimee è “chissàddove” con “chissàcchi” a fare “chissàcosa”.
    E Aimee, era, ahimé, diversa.
    Nile Crimson se ne va, e lo fa perché nel mondo è impossibile trovare quello che cerca, e se anni fa se ne è reso conto guardandosi dentro, ora succede che ne ha la certezza guardando all’esterno.
    Ma malgrado l’impossibilità per le persone come lui di trovare il proprio posto nel mondo, lui l’aveva trovato, e quel posto era accanto a Aimee. Che aveva cercato tanto e ora era “chissàddove” con “chissàcchi” a fare “chissàcosa”.
    E se perdi ciò che hai cercato e trovato, è troppo difficile ricominciare la ricerca. Quindi Nile prepara la sua lettera d’addio per tutta la gente che lo ama e lo fa con una lettera che ha tantissime consonanti, abbastanza vocali e di conseguenza molte parole, che possono essere riassunte in un “mi dispiace, non vi spiego neanche perché non siamo nemmeno mai stati nello stesso posto e anche se lo fossimo stati saremmo ora compagni di corda e non di vita”.
    E poi prepara il tutto, compresa la colonna sonora.
    Una colonna sonora altisonante e bellissima, con cui poter vedere con un sorriso il mondo annebbiarsi e sparire per l’ultima volta.
    Ma poi suona il cellulare. E la suoneria è “motion picture soundtrack” dei Radiohead.
    Gli viene da ridere;
    “red wine e sleeping pills”, come dice il primo verso della canzone, sarebbe un modo più carino per andarsene, più poetico, che da sensazioni più forti nel palato ma più delicate nel corpo, pensa Nile, mentre spegne la colonna sonora del suicidio e risponde alla chiamata
    –Ciao mamma! Va tutto bene, come state? Ci vediamo domani.
    Quindi decide di procurarseli, il vino rosso e i sonniferi.
    Una volta procurati ha davvero troppa voglia di ascoltare tutto l’album della canzone che lo ha ispirato, lo fa. E poi “mica posso ascoltare Kid A senza ascoltare anche Amnesiac? che sono due album collegati, che i Radiohead bisogna capirli e per capirli bisogna prenderli nel loro insieme“ E così via, fino a quando, diversi dischi dopo, perché prima finisci i Radiohead, poi ci sono obbligatoriamente i Muse e i Coldplay, poi ti scontri con Brian Eno, e quindi un po’ degli u2 vecchi, e poi dagli u2 vai un po’ dove ti pare, dicevo, diversi dischi dopo dice che in fondo non è una cattiva idea, rimettersi a cercare Aimee, la ragazza che ama.
    Zaino in spalla. Perché tanto vivere qui sarebbe morire, perché non sa nemmeno da dove cominciare, però ha una mezza idea. Prende dai suoi genitori, “che ti vogliono tanto bene”, tutti i soldi possibili e parte. Confida nelle tappe obbligate che ha, spera di poter trovare qualche informazione, e via con il primo treno per Asgard(che non si chiama davvero Asgard), a casa di Nick(che non si chiama davvero Nick). Che lui sa sempre tutto.
    Prima però, prende la bomboletta spray arancione e scrive sulla finestra di camera sua “Ciao mamma! Ciao papà! Magari un giorno torno!”.
    E
    poi
    Alla ricerca di Aimee.

    nilecrimson.wordpress.com/
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    camilloextrema
    Post: 1.505
    Post: 1.505
    Registrato il: 08/02/2009
    Sesso: Maschile
    00 18/09/2011 11:10
    Innanzitutto benvenuto nel forum.
    Sono racconti molto ben scritti e grammaticamente corretti.
    Molto profondi nei significati che li accomunano.

    Claudio
    [Modificato da camilloextrema 18/09/2011 11:11]


    ...

    "Ogni cosa che ha un inizio ha una fine"