FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

Piero e la stanza

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    Jacopo_8
    Post: 22
    Post: 22
    Registrato il: 21/01/2009
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    00 12/01/2011 16:24
    -Vedi, con questa metafora si vuole indicare l'eterna solitudine dell'uomo in un qualsivoglia stato sociale. Riesci a coglierne la profonda e malinconica bellezza? L'apice, poi, è il verso successivo, quando dice che anche il più estroverso degli uomini è solo, perché il suo eccessivo darsi agli altri lo consuma lentamente e in direzioni diversissime, senza riuscire a cementare un intimità. Terribile, non trovi? Eppure vero -
    Piero si strofinò il mento con le dita, più concentrato che poteva, ma, anche avvertendo la bellezza in quel che sentiva, in lui cresceva il solito senso di disagio, la solita sensazione di non capire.
    Spazientito dal rampicante senso di colpa, prese il mano il foglio per rileggere gli ultimi versi e schiarirsi le idee, quando, stupito, dovette bloccarsi.
    -Ma... questo foglio è bianco. Non c'è nessuna poesia -, e fece per guardare il suo interlocutore, ma si accorse che di fronte a lui non c'era nessuno.
    -Sono dietro di te, ma non girarti -
    Piero, leggermente irritato da questa richiesta, fece per girarsi, ma un brivido gli cinse le scapole e così, più per istinto che per ragionamento, rinunciò.
    -Non capisco... perché questo foglio è bianco? Dov'è la poesia che stavi leggendo? -
    -E' sul foglio,ovviamente -
    Piero riguardò il foglio, bianco come sempre, cercando di mantenere la calma.
    -E' bianco -, e posò il foglio sul tavolo di fronte a lui.
    -Anche questo è vero -, disse la figura alle sue spalle.
    Al limite della sopportazione per quello che considerava un gioco, Piero decise di voltarsi, ma venne bloccato dalla voce, ora sarcastica, di chi gli era alle spalle.
    -Perché ti agiti, Piero? Ti infastidisce il fatto che il foglio sia bianco, esigi che quella poesia sia davanti ai tuoi occhi, anche se sai che non la capirai, quindi perché dovrebbe esser scritta su quel foglio? Perché si dovrebbe sprecare carta, inchiostro e genio per scrivere quella poesia? -
    Le parole giunsero alla schiena di Piero, pungendola con mille aghi di gelo, e seppur sentiva la verità di quella voce, volle fingersi al di sopra di essa.
    -Se anche, come dici tu, non sono in grado di capirla, ne di apprezzarla, dunque, dimmi, dimmi se non potrebbe, allora, volerla leggere e, come vuoi tu, capirla, qualcun altro oltre me? -
    Mentre già l'ego di Piero si gettava a capofitto sulle soddisfazioni che quel quesito aveva scaturito, ecco che la risposta arrivò rapida e semplice.
    -Vedi tu forse, caro Piero, qualcun altro? -
    Alzò lo sguardo, Piero, e intorno a lui si estendeva la stanza.
    Lunghe e pesanti tende nascondevano la finestra, i quadri coprivano il muro grigio come toppe su una vecchia giacca. Intorno a lui il mobilio, prezioso e appariscente, era accatastato alla rinfusa, ma nessun ombra d'uomo o vita sfiorava quel fotogramma e più Piero cercava, più gli sembrava che la stanza si espandesse.
    La testa gli girava, come se avesse bevuto, e le gambe si facevano molli, così si abbandonò in ginocchio, il capo chino, improvvisamente debole ed esausto.
    -Io, io non capisco. Chi sei tu? Perché mi stai mostrando questo? -
    Alle spalle, il silenzio, come se la figura stesse contemplando il suo lavoro.
    -Girati -
    Tremante, Piero obbedì e costrinse le sue gambe, ormai morte, a seguirlo.
    Ora di fronte a lui c'era uno specchio. Alto, lucido, in lui si rispecchiava la stanza ormai immensa, le pesanti tende, i quadri, il muro, il mobilio prezioso ed inutile, ma non una sola ombra d'uomo o vita quella superficie recava, non un sol volto o respiro increspavano la sua forma, no!
    L'esasperazione e il terrore crescevano in Piero, ormai debole e vuoto, pallido e morente, ma nonostante questo si alzò in piedi, sbraitando contro lo specchio.
    -Cosa significa questo? Dov'è la mia immagine? Specchio del demonio, ti ordino di restituirmela, restituendo anche a te il valore di specchio, che specchio non sei, se non rifletti me che hai davanti! -
    Placida, immobile, serena rispose la voce.
    -Perché ti riempi d'ira, Piero? Perché cerchi ed esigi un immagine su questa superficie, se poi sai che non riuscirai a comprenderla? -
    Ancora una volta, Piero cadde in ginocchio.
    Si guardò intorno e la stanza era ormai tutto, ma solo il mobilio, silente e freddo, ricambiava il suo sguardo, non altro.
    Sollevò esausto un dito e lo avvicinò allo specchio, e a quel tocco, la sua mano, il braccio, Piero, caddero in frantumi leggeri al pavimento, senza far il minimo rumore.
    Finalmente, lo specchio tornò ad esser specchio e la sua superficie, placida, immobile, serena, recò il vero.
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    ~ Shilke
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    Registrato il: 14/08/2008
    Sesso: Femminile
    00 07/02/2011 07:28
    E' geniale.
    punto.
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    gloria56
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    Post: 456
    Registrato il: 28/08/2010
    Sesso: Femminile
    00 08/02/2011 14:58
    Ho letto con molto interesse il tuo racconto perchè il confronto con se stessi è ancora più difficile di quello congli altri. L'identità può mutare nel tempo condizionata dalle esperienze fatte, dall'ambiente in cui si vive. Io mi
    sono trovata sola ad affrontare un momento terribile, dopo i primi momenti di panico, ne sono uscita rafforzata, credo in me stessa e in quel
    poco di valore che posseggo. Rispetto a Piero, per ora, resisto e non sono
    sconfitta. [SM=x142887]