La tua depressione cronica iniziò a stancarmi al punto che avevo deciso che per non stare male avrei dovuto assecondarti.
Dopotutto io ero sono un essere insensibile e pensavo che il tuo male esistenziale fosse come un semplice mal di schiena.
Io che posso sapere di te? Non posso capire, sarebbe inconcepibile.
Le tue parole erano queste ogni volta che ti porgevo la mano.
I miei consigli sprecati, buttati al vento.
Ma nella bocca degli sconosciuti le mie stesse parole avevano più peso, rimanevi quasi stupita da quanto potessero loro darti dei consigli così brillanti.
I miei non erano forse così?
Dopo il tuo travagliato viaggio nella tua psiche tortuosa hai confermato quanto tu sia l'essere più delicato e sensibile del mondo.
Mentre noi, beh, noi non capiamo proprio nulla, e siamo insensibili, il nostro dolore insomma, farebbe bene a restare rintanato perchè non potrebbe mai competere con il tuo tormento esistenziale.
E così regina della psiche hai creato il tuo regno, la tua servitù che ti accontentata fino ad ora, e quella servitù si è ribellata, ma tu non hai accettato.
Non accetti che gli altri stiano male, o forse, se lo accetti ribadisci che comunque "come te è impossibile".
La mia non è una denuncia, il tuo dolore l'ho capito e l'ho percepito.
Da quel grande dolore è nato egocentrismo, indifferenza e scontrosità.
Ciò che ho imparato è assecondarti ed ignorarti quando anche la mia psiche è al limite.
Così vivremo per sempre in armonia.
sonsuza kadar...beraber...seni seviyorum