... (di Rainbow_cutter)

Sono baci di dama, polvere terrestre, onde a cavalcioni sul cavalcavia di questo sentiero sparso in frammenti di stelle sul tetto sognante del mondo. E’ la dislessia del mio Dio ubriaco. E’ l’urlo ritrovato di una conchiglia. Sono mosche che danzano e moscerini che pregano piangendo l’ultima lacrima. Sono ali leggere i tuoi capelli. Cervi le sinapsi di una madonna inginocchiata ai piedi di un patibolo d’opale. Occhi iridescenti che tremano sotto il peso del cuore. Tachicardia. E’ il ritmo scomposto e scapigliato della tua anima. E’ la fretta frettolosa e calda di due amanti. E’ un richiamo ridondante sotto ispidi silenzi che scavano il tempo e divorano le lancette dell’orologio. E’ l’ultimo grido dell’unicorno. L’ultimo giorno su questa terra arida. L’ultimo bacio arancione che si spoglia sotto un cielo ceruleo. E’ il cablogramma del mondo. E’ un cecchino innamorato del mondo. E’ un aurea pigra e color cobalto, tenue, a vestire ogni parola, ogni silenzio, ogni sguardo. E’ febbricitante attesa. E’ il tocco delicato e puro del fuoco. E’ l’orecchio nascosto dietro al riverbero dei giorni. E’ rosso. E’ blu. Sei tu. Le piume di una gazza ladra. O forse è una gnu. E’ il formicolio di ogni pensiero in fondo al lacero dorso di un agnello. Sono le vetrate del mondo. E’ la parola che manca a Chagall. Mia dulcinea, è una pistola carica in una roulette senza mani. Sono fari che brillano in fondo alla desolazione del verbo. Sandali intrecciati ai piedi di un angelo scalzo. Un grammelot partorito da un becero sgrammaticaticato. Il capezzolo di una scimmia e il richiamo di un pozzo. Un fondo di bottiglia. E una perla amara come un’arancia. E’ il lirico canto di Shlomo. Un cerchio infinito che chiude la lingua e paralizza le braccia. Un grigio torpore che assembla arcobaleni. La condensa dell’ultima speranza appoggiata sulle vetrate di una chiesa o nell’occhio di cristallo di un ricco imbecille. E’ un mandala insensato che saluta capre e cavoli. Il corsetto di un corsaro ucciso dalla vanità. E dal suo essere tutto o niente. E’ il canovaccio di un comico che parla a braccio. E’ l’ultima stella che brilla nel cuore di Euridice. E’ una visione infausta e felice. E’ un urlo che si spezza sul tuo collo. E’ un gemito tedioso, insolente e maldestro che non si cura che dell’oggi. E’ la desolazione di una pagina che non vuole essere riempita, non vuole essere scritta, ma vuole essere letta prima di avere tracciato da sé un punto. Un punto che vuole misurare le distanze dell’infinito. Una moneta senza testa e un Cristo senza croce. Delizia e oblio. Un povero hidalgo e un ricco vascelliere di anime. E’ una compravendita di tempo. E il cavalcare di lady Godiva. Sono seni separati da una ciocca ispida. E’ l’amore fasullo di Las Vegas. E’ l’abbraccio di due parole timide che scivolano sull’onda degli arcani misteri del tuo ventre. E’ un frammento del tuo iride, l’idolo degli uomini. E’ un angolo fatto a pezzi da un gomitolo di un adesso o mai più.

Scusa ma dopo tutte queste specificazioni mi sai dire di cosa stai parlando?

Ciao

Giancarlo