00 18/12/2008 19:10


Michela, innavertitamente hai concluso le tue riflessioni con ciò che davvero pensi:

che Eluana spiri durante il viaggio per il Friuli così nessuno si prenderà la colpa.


Pure io avevo il nonno paterno a cui avevano da poco cambiato le pile del pace-maker; un cancro alla gola, terribile; il cuore si fermava e, immediatamente, la "scatoletta" lo faceva ritornare in vita.

Chi avrebbe tolto la batteria?

Non certo il nostro medico di famiglia, né mia madre che accudiva giorno e notte il suocero, di certo non mio padre che soffriva atrocemente.

E' morto un mattino, invocando la sua mamma, mentre il pace maker continuava a fare il suo dovere.


Chi può dire se Eluana capisce, se è cosciente di quello che la circonda?

Grazie a Dio, non sarò io a vederla morire di sete e fame.
Ricordiamoci che lei non ha nessuna macchina che l'aiuta; respira autonomamente, il cuore batte senza ausilio.

Chi sarà quella persona che deciderà di non alimentarla, sedandola, potrà dormire ancora?

Non ritengo possibile che una ragazza di 20 anni possa parlare al padre dicendogli come comportarsi in caso di coma ( pure le sue amiche lo confermano; mai l'argomento era stato toccato).

A 20 anni una ragazza pensa alla vita; la morte è lontana dai suoi pensieri.

Su questo caso è nata una discussione con le mie figlie, nonostante ciò che mi hanno detto, non eseguirò MAI la loro volontà, se sarò io a dover decidere.
Non potrei più vivere sapendo che una di loro, a causa mia, è morta.


Ecco, chiedo, perchè delegare ad altri la decisione di lasciarla morire in un modo sì atroce?

Coerente fino in fondo, il padre di Eluana assista alla dipartita della figlia.

E, di nuovo, ringrazio Iddio, per non trovarmi di fronte ad un dolore così tremendo.