00 01/09/2008 21:22
fù sangue giovane
tra pietre tonde
chiara fonte perenne e limpida,
pur tra le vene che s'accartocciarono
a segnare il tempo.

non si rigano mai i sogni
e
su gocce che lustrano latte e miele
io m'immergo
e
desidero l'amore.

il racconto che qualcuno ti doni
o che tu doni a qualcuno.

mi riprendo il soffio primo
che ha fermato magico momento.

la paura è certa risposta,
ecco perchè la pioggia,
che porta intatti i ricordi,
a morte mi spaventa.

è vero
che nel vago inizio
si nasconde potente la dea,
il frutto dell'illusione,
quel fremito scolpito dal vento.

solo dentro il ventre sta il consenso,
ma copro con le mani il nudo,
il primo velo ricordo è lontano,
adesso lo vedo muro senza pertugio,
solo dal tetto filtra
tra sconnesse tavole tarlate e scostate
flebile la luce.

dopo furore di richieste e lotte
c'è davvero voglia di un sorriso beato,
di un tondo viso d'argento.

ma è una furia a specchio,
smorfie e occhi lucidi.
ogni cicatrice percorsa
quasi con religioso contatto.

ma le ali ferme reclamano
di tenue e pallido azzurro,
vorrei riprendermi risorgiva,
accetterei l'uragano intero,
la perdita di calma e coraggio,
negazione di forza,
per il tremor di un silenzioso ciglio
che scosta la tenda
sul finir di un mar d'arancio
e
accoglie
la mia ultima perla.