FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

STORIE DI PAESE - MARIA

  • Messaggi
  • fiordineve
    00 23/05/2008 00:49
    M A R I A


    Maria era un'amica di mia madre, molto più anziana di lei, proveniente dallo stesso paese in cui siamo nati tutti noi. Lei era sola e veniva tutti i giorni a "bagolare", a me piacevano le sue storie, aveva avuto una vita fantastica e romantica; così pensavo allora. Maria è sempre stata una presenza nella mia vita, c'era sempre, e da sempre l'ho vista.
    Ed ecco la sua storia.
    Nata poverissima, vissuta povera aveva avuto in dono classe, eleganza innata, charme e sensualità; era bellissima, stupenda, dicevano tutti di lei. Non si accontentava della vita di un piccolo paesotto del mantovano, lei voleva sfondare in qualsiasi modo a Milano; sognava fotoromanzi, films o anche di fare l'indossatrice. La madre, quando partì, quasi morì di crepacuore; ma la ragazza divenne indossatrice (non erano i tempi delle top model), molti amanti, ma tutti sposati. Ma la vita che conduceva le piaceva: gioielli, abiti costosi, profumi, pellicce, cene sul lago Maggiore, inviti a feste. Poi incontrò un ricchissimo industriale, famosissimo, le regalò un appartamento in centro a Milano, e vacanze da sogno.
    Per Maria, divenuta la mantenuta di questo grande uomo, iniziò il periodo più bello della sua vita. Tutto il bel mondo le apriva i salotti e la invitava ovunque, sapevano che dietro lei c'era "lui", e "lui" aveva giurato odio eterno a chi non avesse accolto la sua donna. La moglie sapeva, taceva, viveva a Portofino ed aveva anche lei il suo amante: coppia aperta, matrimonio solido per salvare il patrimonio e per convenienza sociale; "lui" era pure nobile. I figli non tolleravano la situazione, però, e fecero di tutto per ostacolarli, ma lui non lasciò mai Maria. Un giorno, si accorse di essere incinta, nessuno dei due parlò di aborto; solo che la ragazza non doveva farsi vedere in giro e l'uomo potente la mandò a Londra, dove nacque Stefania.
    Ma se una gravidanza si poteva nascondere, una figlia era impossibile (anno 1950), alla fine fu presa la decisione di affidarla ad una balia che viveva a Como.Per Maria fu uno strazio abbandonare la sua bambina, ma l'amore per l'uomo e per il lusso non la impensierirono più di tanto. La vita continuò come al solito; solo che ora ogni mercoledì, l'autista portava Maria a trovare la piccola. Stefania accoglieva con gioia mista ad indifferenza quella donna elegantissima che scendeva dall'auto con regali di ogni genere, troppo preziosi per la piccola che viveva in un paesino senza pretese. Madre e figlia trascorrevano 3 o 4 ore insieme e poi l'autista veniva a riprendere la donna. Nel frattempo, la bellezza sfolgorante di Maria, iniziò a declinare; troppe notti in bianco, troppo alcool, troppe sigarette, ormai aveva più di trent'anni e giovani leve si affacciavano alla ribalta.Piano piano non ottenne nessuna scrittura, nè come indossatrice, nè come interprete di fotoromanzi. Ma il suo uomo era sempre innamoratissimo di lei e questo le bastava.
    Per due giorni Maria non ebbe più notizie del suo amante, non era mai successo, osò telefonare a casa sua, le rispose un cameriere dicendole che la casa era in lutto per la morte del Conte.
    Il mondo crollato, Maria non sapeva cosa fare.
    Dopo una settimana ricevette una lettera di un notaio che le dava appuntamento per il giorno dopo. Quando si presentò vide che i figli di lui erano già seduti, non fecero nemmeno il cenno di alzarsi, di stringerle la mano, anche se in fondo, forse, lei era l'unica ad averlo amato veramente.

    Il notaio aprì il testamento e Maria capì solo che a lei non era stato lasciato nulla, i figli lo avevano fatto interdire appena un'ora prima che morisse. Niente lasciti per lei, niente lasciti per Stefania. Maria a quarant'anni era completamente sola, morti anche i genitori, a parte Stefania che chiamava "mamma" la balia.
    Così vendette la casa, le pellicce, i gioielli, l'auto, licenziò la domestica, acquistò un appartamentino modestissimo in zona San Siro (allora quasi esclusivamente campagna) e fece quello che sapeva fare: vendere il proprio corpo, insomma divenne una prostituta, anche se in una casa, anche se nel suo letto.
    Ritornò a Mantova, dopo aver sperperato anche l'ultimo centesimo di quello che aveva guadagnato a 60 anni; affittò un monolocale, di uno squallore immenso, una tendina nascondeva il lavello e la cucina, una credenza con pochi piatti, un cassettone, un letto ed un divano. Un'unica finestra affacciata sulla cupola di Sant'Andrea, ma solo tetti, ricordo una misera e tristissima piantina di gerani sulla finestra. E scale buie, gradini ripidi, sporcizia e quella stanza che Maria cercava di rendere graziosa appendendo le sue foto, quadri, santi, rosari e quello che le passava per la testa, rendendola, se possibile, ancora più orribile.
    Io non volevo mai andare a casa sua, mi metteva l'angoscia. Poi trovò un altro uomo, vedovo che la manteneva, ma morì anche quello. Stefania non la volle più rivedere, per lei non era nessuno, per lei la mamma era la balia.
    Così Maria raccontava a mia madre e a me storie fantastiche di viaggi, di persone, di toilettes che mai avremmo immaginato potessero essere vere. La invitai al mio matrimonio, ma era in ospedale e poi la portarono all'ospizio; mi regalò una bellissima e preziosa coperta che non ho mai messo sul letto, perchè lei l'aveva comperata per il matrimonio di Stefania, e le venne restituita. E' ancora impachettata come me l'avesse data un giorno fa.
    Maria una vita vissuta con il sogno di una bellezza effimera, che non ha saputo coltivare quella reale, forse troppo ignorante per capirlo, morta sola e viva solo nei nostri ricordi.


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    ELIPIOVEX
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    Sesso: Femminile
    00 24/05/2008 22:04
    Veramente triste quella donna!
    Ancora più triste il fatto che sua figlia non l'abbia mai compatita.


    ...







    MICHELA
  • misterx78
    00 27/05/2008 03:05
    Scusate la ridondanza delle mie risposte ma quì ci sono tutti gli elementi per un romanzo in piena regola. Con forti riferimenti al neorealismo. Perché non ci scrivi su una storia? Se hai conosciuto questa Maria hai tanti di quegli elementi su cui lavorare... Già così è interessante... Ma immagina solo come sarebbe cominciare la storia proprio davanti ad un caminetto dove sei tu e la tua amica Maria che, per caso, comincia la sua narrazione. Arrivi a un certo punto, quasi quando è al suo apice della sua storia romantica con il Conte. Poi arriva qualcuno a casa, succede qualcosa(subplot) che costruisce la tua di storia ed i legami con lei! E i due plot si legano e si rafforzano e si ricongiungono sempre di più durante il racconto di Maria.
    [Modificato da misterx78 27/05/2008 03:07]
  • fiordineve
    00 31/05/2008 02:14



    Ciao Mister, non so scrivere romanzu; racconto storie VERE di persone che ho conosciuto o di fatti di cui sono venuta a conoscenza.

    Un romanzo è talmente complesso che al solo pensiero mi viene mal di testa. [SM=x142828] [SM=x142904]

    Leggo moltissimo (anzi leggevo), non autori italiani che chiamano "romanzo" un raccontino di 200 pagine.
    Adoro le biografie, romanzi storici, di politica, di avventura o thriller ma esclusivamente americani che mi fanno amare i personaggi [SM=x142845] [SM=x142903] . [SM=x142852]