Dannato a vita negli inferi mi getto
a vomitare il mio intimo disgusto
d’uomo ormai in vivere scomposto.
Preso dal fuoco brucio l’intelletto
unica traccia che non ha colore
tra queste terre che sanno d’ingiustizia.
Ho visto Papi ignavi portati da una sedia
e governanti cinti da folle di serpenti
che d’umanità avevano solo il nome.
Ho visto esplodere membra d’innocenti
treni e stazioni distrutti da ideali infami
e vite soffocate da cupole mascherate.
Forse ho vissuto troppo con distacco
tra situazioni che m’hanno si toccato
ma per le quali poco ho combattuto.
Forse ho vissuto nel mio sapermi uno
seduto a un tavolo con un piatto solo
chiuso tra mura a farmi da fortino.
Ora mi danno della mia inconsistenza
ora che un uomo dalle mani in voce
ha dato in pasto al mondo il suo soffrire.
Ed è in quel sofferente agitar le mani
per spingere la lingua a predicar parole
che l’anima mia s’è vista peccatrice.
Scrivere è la liberazione dell'animo