00 22/03/2008 07:51
ciao Elipiovex
Vedi, non è questione di sangue freddo. C'è che all'occorrenza il conscio e inconscio si adegua al momento di un evento e noi ci si comporta in modo del tutto imprevisto dal solito.
Io con i cani ho sempre avuto, da una certa età in poi, un certo feeling (prima gemitori e parenti incoscienti mi avevano instillato una paura irrazionale di loro) e l'impatto con Wolf, a cui mancava solo la Croce di Ferro di Hitler, mi fu' di insegnamento per il futuro. Infatti da allora i cani grandi non mi fecero e non mi fanno più paura, pur se uso una naturale prudenza. Ci parlo, non li tocco se non scodinzolano e non mostrano la loro disponibilità, li guardo negli occhi con comprensione e, ti posso assicurare, dopo due-tre minuti da questo approccio, io mi trovo il cagnone con le sue zampe sopra le mie ginocchia.
Quelli di taglia piccola o piccolissima mi sono simpatici, sì, ma non come i loro fratelli maggiori. Proprio in questi giorni con un Pitbull di una certa mole ci ho parlato parecchio (il padrone mi aveva assicurato della sua bontà) e sai come è finita? il Pitbull ha alzato la zampa destra e me l'ha porsa, con il proprietario che mi precisava che ciò lo faceva solo con le persone di suo assoluto gradimento.
Quanto al sangue freddo ho sempre dovuto averne parecchio, sia per volontà, sia per le dure contingenze della vita, visto che, mia scemata o meno, decisi di andare volontario a diciassette anni in guerra con la Repubblica Sociale, finendo invece a far qualcosa con i tedeschi.
Sappi che nel 1940 agli attacchi alla cosiddetta arma bianca (baionetta) i nostri fanti partivano correndo forsennatamente al grido ripetuto di "Savoia", finendo in carneficine che mente umana può raffigurarsi poco. Anche gli inglesi, nostri nemici (gli amici erano i tedeschi, questo ve lo dicono poco) avevano una bella quantità di caduti, ma pesantemente inferiore ai nostri, e sai perché? loro all'attacco ci andavano camminando spediti e cauti, mai correndo, al suono della loro canzonetta di battaglia, cioè "Rosamunda", diffusa e nota come "Lilì Marlen" e canticchiata anche fra i civili e ragazzi del dopoguerra, forse qualcosa ancora oggi..
Ti ringrazio della attenzione che dedichi ai miei scritti.
[Modificato da florentia89 22/03/2008 08:29]