figlio

lascia che il papà ricopra per bene
il drappo grigio che porta il mio nome
con quei muti fiocchi rosa e celesti
con l'adulta e vaccinata incoscienza

sebbene tu abbia ciucciato altro latte
avanzo del suo seno rassegnato
hai fibra infeltrita nelle tue ossa
scorrono in te fiumi rossi e bestiali

perché in realtà sei sangue del mio sangue
versato in stupri e in parti e in morti
perché sei il figlio della mia censura
della sepoltura appena sventata

bel bebè! sono stata inopportuna?
mi spiace... sono scomoda e fedele
lagna vedova tra croci orfane
sale che ancora gratta sulle ciglia






M. 8 gennaio 2008

Ma queste quartine di endecasillabi sciolti sono stupende!!!!

E poi non un segno di punteggiatura, nemmeno la maiuscola all'inizio né il punto alla fine, solo l'essenziale ed una sapiente scelta delle pause per coniugare il leggere ed il sentire senza porre alcun intermediario tra i due verbi...

hai fibra infeltrita nelle tue ossa
scorrono in te fiumi rossi e bestiali

perché in realtà sei sangue del mio sangue
versato in stupri e in parti e in morti

Complimenti davvero. Andrò a leggere le tue poesie precedenti.

Se però posso permettermi però, quel "ciucciato" non lo trovo tanto poetico, anche un "succhiato" mi sembra meglio oppure uno "spillato", ma è un parere del tutto personale.



Rossana

Mi sembra che la poesia parli ad un figlio che è stato allontanato dalla mamma perché indesiderato e/o concepito con violenza.
La poesia si muove dura (come dure mi appaiono le tue ultime) tra la crudezza dell'inevitabile e le sensazioni di una mamma che comunque sente di non essersi separata totalmente, ma ricorda di aver qualcosa di se in quel figlio (che forse non la riconoscerà mai).
Almeno così l'ho interpretata io.

Brava Marina.

Giancarlo

Molto dura sì, a tratti trasmette una sensazione di fastidio.
Con tutti quei termini crudi.
Anch'io avrei trovato qualcos'altro al posto di ciucciato