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Poeta inclassificabile, anche per le strambe lettere francesi in cui le originalità sono all'ordine del giorno, si pone a cavallo fra romanticismo e decadentismo, segnando ufficialmente la fine delle utopie romantiche e l'inizio delle angoscie decadenti, quelle che poi porteranno alla fondazione della lirica moderna con Baudelaire e Rimbaud. Ossessionato da morte, sesso, l'inesorabile trascorrere del tempo e dal dubbio feroce che Dio abbia preso definitivamente le distanze dall'uomo per abbandonarlo nelle risacche del peccato (quindi della morte eterna/non resurrezione fra i giusti), il nostro ha scritto indimenticabili pagine in cui lo stile cesellato fino alle leziosità racchiude liriche che deflagrano in un angoscia della fine (collettiva e individuale) che non trova alcuna risposta nella fede, risposta inevasa che dunque torna come eterna domanda, a macerare la vita, a renderla illusoria, a trasformare ogni gioia in un presentimento della morte che inesorabilmente avanza, ingoiando tutto. Gautier ha avuto la sfortuna di essere stato antologizzato e manualizzato (diciamo così) con parecchie reticenze e fraintendimenti, in quanto viene citato per lo più come maestro di Wilde e Baudelaire, avendo scritto una serie di articoli estetici in cui il culto per il lusso, l'ostentazione dell'inutile, la poesia come attività elitaria da contrapporre alla massificazione della prosa la fanno da padrone, e che ritroveremo portate a loro pieno compimento nei due diligenti discepoli. In realtà Gautier rimane unico per come riesce a fondere lo stile iperbolico e demonico di Shelley e Byron, il neoclassicismo di Pope, la poesia moraleggiante e nostalgica di Lamartine in un unicum che già odora di modernità nei temi, nonostante formalmente sia nel pieno della tradizione neo-classicista francese: e con questo intento che lo prensento, per creare un'archeologia del verso che estragga dalle macerie del tempo ciò che è vitale, ciò che ancora può scuoterci e dilaniarci. Le seguenti poesie sono estrette dalla raccolta "Espana", raccolta poetica che ha come centro la terra iberica intesa come non luogo dello spirito, in cui la ferocia, l'amore, il sesso, la morte e l'ascesi formano quell'inferno mobile che noi chiamiamo vita. Ma lasciamo parlare l'autore:

Passando vicino a un cimitero

Cos'è la tomba? - il guardaroba dove l'anima
uscendo dal teatro, recitata la parte,
smette i panni di bimbo di uomo o di ragazza-
come una maschera che renda l'abito a nolo.

A Madrid

Nell'ambrato boudoir di una giovane marchesa
grande di Spagna, bella, di una grazia squisita:
in mezzo al tavolo, dei fiori,
una scultora di legno dipinto
sposava profumi e colori, e fresca di sangue
ghignava: una testa mozzata su un vassoio.
La fronte umida ancora per gli estremi sudori,
l'cchio vitreo bianco dei lumi pallidi
che guizzavano quando si estingue la lampada dell'anima:
terrifico capolavoro firmato Montanes di Siviglia,
così vero, lavorato così fino
che un carnefice non avrebbe trovato da ridire.

La marchesa diceva: " guardate che artista!
Quale scultore ha mai fatto un Giovanni Battista
e reso i colpi di damaschina sul collo
come il mio Sivigliano, questo Michelangelo spagnolo?
Come sono imitate queste vene squarciate
ancora imperlate di gocce di sangue grumoso!
e come senti in bocca il grido estremo
sgorgato sotto il ferro da questa gola prosciugata!"
E parlandomi con la sua voce dolce e chiara
carezzava col pollice l'atroce scultura,
amorosa, ridendo di un riso affascinante,
l'occhio umido e acceso come per un amante.

Il pino delle lande

Non vedi, in giro per le lande deserte
- un Sahara francese, un polverio di sabbia
tra l'erba secca e l'acqua marcia delle pozze-
altro che il pino piegato sul fianco:

per rubargli il suo pianto resinoso
l'uomo, l'avaro boia della terra,
che vive a spese dei suoi assassinati,
nel tronco dolorante apre un solco.

Senza sangue il suo sangue che sgocciola,
il pino versa i balsami e le linfe
e sta ritto sul bordo della strada,
come un fante ferito che vuole morire in piedi.

è come il poeta nei deserti del mondo.
Senza ferite cova il suo tesoro:
bisogna che abbia in cuore uno squarcio profondo
per sgorgare i suoi versi, divino pianto d'oro.

spero di avervi interessato. a presto