Quante volte ancora dovrà chiederglielo?
E' stanca. Stanca della sua indifferenza verso sè stesso.
Deve andare da un medico. Deve affrontare il suo fisico attaccato dai suoi vizi e dalla sua disperazione. Almeno le deve questo: guardare in faccia la realtà.
Susy lo fa ogni mattina: i suoi occhi si posano sul volto sempre più segnato, negli occhi annacquati, tra i segni di un'altra notte di sudore. Era giovane, fino a poco fa; ora i trent'anni non lo proteggono più dall'alcol e dal fumo.
Potrebbe farlo lei. Prenotare una visita, e costringerlo ad andarci.
La seguirebbe. Poi la odierebbe.
Quando Marco odia, lo fa di quell'odio viscerale, assoluto, distruttivo che solo i bambini sanno provare. Non ha bisogno di un perchè, non può ascoltare ragioni. Nasce nello stomaco e invade la testa.
Marco ama allo stesso modo. Si butta tra le braccia di Susy come se proprio lì fosse il paradiso. La bacia mettendo tutta la forza del mondo nelle sue labbra, le parla come se lei fosse l'unica che può capire.
E la fa ridere, portandola con lui dove solo i bambini possono andare, dove la logica non serve, dove tutto esiste e non c'è il tempo.
Susy è stanca. Eppure gli sta sorridendo e lo bacia.
Glielo chiederà ancora molte volte. Fino a quando il dolore che prova guardandolo, distruggerà l'amore che la incatena a quell'angelo nero a cui nessuno ha insegnato a vivere. E non può che lasciarsi morire ogni giorno.
[Modificato da ELIPIOVEX 26/09/2007 14:41]