Il più delle volte, quando ciondolo sulla nostra natura di uomini e provo a definirla, è inevitabile che vi trovi un che di ridicolo e poco chiaro. La maggior parte di noi si affanna alla ricerca del vero. Chi trova il vero trova anche la sua bruttezza. Il vero è brutto, scriveva Leopardi. E non può che apparire tale alla vena romantica che pulsa nelle tempie di ciascuno di noi. Non può che essere brutto giungere alla consapevolezza che l’unico senso non è che relativo, che la terra non ha motivo di girare né il nostro cuore di battere, che io e te potremmo essere lui e lei, e a pochi farebbe differenza. Comprendiamo che la casualità è l’unica legge e che il nulla è motivo di nascita e culmine di morte. Classifichiamo questo come verità, perché non vi è nulla di più verosimile e semplice. E la verità non può che essere verosimile e semplice.
Ma è a tal punto del suo ragionamento che l’uomo si mostra ridicolo: ha trovato il vero, che è brutto, ed ora ricerca il falso, che è più bello. Scappare dalla dimora del vero e percorrere il sentiero di ciò che non lo è, è tutt’altro che una soluzione. Costruire un edificio che nasconda l’infinita prateria della verità non può essere appagante. Al contrario dell’arte, forse unica vera soluzione; facendola propria, l’artista esprime con la bellezza dell’immagine la bruttezza della realtà. E non è un nascondere, perché si mantiene la consapevolezza, pur conciliandola al bello. Per questo scrivo. Piangersi addosso non cambia le carte che si è scoperto di avere tra le mani. Tanto vale vestirsi da alchimisti e trasformare il carbone in oro, cosicché si colori il triste sapere. E pur gran gioco sarà dei sentimenti, che fanno parte del vero e che sono il combustibile della nostra esistenza. Pertanto, io che credo nel nulla del tutto, nell’egocentrismo di ogni mente, nella finitezza di ogni azione e nella casualità di ogni evento, mi sento cantore del sentimento più alto, l’amore, e indissolubile sostenitore della sua supremazia e della sua vitale necessità: se in questa vita finita non esiste un fine ultimo ed ulteriore, lo scopo d’ognuno sarà d’amare il più possibile e colorare di questa purpurea passione le ore dei nostri inutili giorni. L’amore per ogni finitezza, che sia cosa, persona, immagine o idea, è somma ed unica infinità e vera cagion d’essere.