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Rumore rosa di Claudio Lolli Traducesti entusiasta i ditirambi Di Dioniso, e poi mi leggesti Poemetti leopardiani a mezza voce Da te composti nelle notti insonni In cui il rumore rosa E mi colpiva l’aggettivo “frale” Che non si trova nei versi di John Lennon Oggi ho davanti a me un’impalcatura Che mi ricorda il tuo modo di fare Un’inferriata lucida e perfetta La tela stroboscopia Che cambia luce alla malinconia Mi fa paura ormai solo l’idea Di scendere o salire da una scala Che non somigli almeno a una poesia Ma nella notte il vento caldo di Bologna La fa suonare, Rumore rosa, ancora, come il mare Un’arpa eolica Del mio dimenticare ... --------
[Modificato da Cobite 21/02/2007 11.41]