00 10/02/2008 14:46
Ricordando le foibe



Nel museo dei ricordi
metterei il dolore, che non è bello a vedere,
ma è quanto rimane attaccato alla pelle:
segno distintivo di un tempo
dove figli sono stati strappati alla madre:
terra con l’ aria che altrove non si odora
al cui seno ci si attacca nella vita all’ ingresso

Non è reclamo di possesso
ma come figli la portano in cuore
e a lei visceralmente legati:
molti per pregiudizio soppressi

La prevenzione ha indossato occhiali
per vedere tutti di uno stesso colore:
quello che disturba il più forte
e hanno riempito le fosse

Quella madre ha aperto il suo ventre
per custodire i sui generati
e non avessero a sentirsi staccati

Sogni sospesi, coltivati altrove
che ora reclamano il tempo del trapianto
là dove sono spuntati:
va rinnovata la terra nel vaso
perché la gramigna non cresca

…e il futuro si guardi le spalle
per imparare che si può stare insieme




[Modificato da Cobite 10/02/2008 19:09]