Ti sto dicendo addio.
Questa volta sul serio.
E lo faccio con un distacco che pensavo mai avrei raggiunto.
Non torno sui miei passi. la porta è chiusa, e non la riaprirò.
Sono stanca del tuo egoismo latente, del tuo essere concentrato sempre solo sui tuoi problemi, perennemente chiuso e sulla difensiva.
Tu lupo solitario, io aperta e gioviale.
Tu convinto di bastare a te stesso, io nel perenne bisogno degli altri.
Io corro avanti, tu resti sempre indietro. Io cammino in mezzo, tu stai sul bordo.
Siamo come il giorno e la notte, anche se sotto molti aspetti ci capiamo... o ci capivamo, non lo so.
Abbiamo parlato a lungo l'altra notte, e ho capito che con te sono stata immobile, durante questo anno insieme ferma ad aspettare te. che non volevi muoverti. E stavo male, malissimo.
Ora però ho bisogno di riattivare le mie membra intorpidite. Ho bisogno di muovermi.
Ti voglio bene, lo sai, ma è difficile camminare vicini.
Non so se potremmo neppure più essere amici, anche se fino a poco tempo fa questa prospettiva mi faceva tremare le gambe. Mo ora mi servono i miei spazi, e la nostra affinità interiore non basta più.
Ora guardo avanti. Tu resterai indietro, lo so. Già io sono partita in quarta, e tu sei sempre fermo li, a guardati intorno, con quella tua espressione da decadentismo romantico.
Mi dispiace, ma stavolta non mi fermerò ad aspettarti.
Buona vita, solo questo ti dico. Forse un giorno i nostri sentieri si incroceranno ancora. Per ora, addio.