1, 2, 3, 4, 5, 6, 7
La donna stava abbandonata sulla sedia, lo sguardo vacuo di chi nulla ha da perdere; l'età indefinibile, sul viso gonfio dagli psicofarmaci, si poteva scorgere, forse, un lampo di gioventù ancora da vivere, ma gli abiti avevano bisogno di una ripulita, così pure i capelli che scendevano sulle spalle piegate, in un mesto abbraccio cadente.
Misurava contando: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, i passi che la dividevano dalla cucina; ogni volta contava, ogni volta riabbassava gli occhi; eppure doveva alzarsi, il pranzo era ancora da preparare, tra qualche ora la famiglia sarebbe tornata, come si sarebbe giustificata?
Ancora 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, troppi, lo sapeva che erano troppi 7 passi, non ce l'avrebbe mai fatta, lo sentiva; ormai sarebbe stata la fine, sarebbe crollata a terra piangendo terrorizzata.
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, disperatamente voleva alzarsi ma le sue forze l'abbandonavano, il solo pensarlo le causava gocce di sudore misto a terrore.
Pensava a quale scusa trovare per i suoi, a chi chiedere aiuto, si sentiva intrappolata in quella mente che non comandava più il corpo.
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7: il coltello era lì vicino, lei era terrorizzata dai coltelli, ora sentiva che era l'unico amico che avesse.Lentamente si tagliò i polsi e la gola, senza un gemito, senza un lamento, piano piano il buio confuse i suoi sensi e mentre cadeva ripeteva 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7.....