Scritto da: Deb 15/02/2006 10.55
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> un asino che si ostina a camminare, preso a bast
> onate, più ostinato si rifiuta a camminare… esempio
> semplice ma tipico e adatto come aforismo…
>
> io credo che la situazione della detenzione sia fuggi
> to ad un anche solo basilare controllo… vengono
> mischiati e stipati in celle sovraffollate persone
> che devono scontare la pena per diversi reati…
> così si trovano incalliti delinquenti faccia a
> faccia con persone che hanno sbagliato in un momento
> di debolezza che certamente non si possano definire
> "delinquenti"..
>
> l'ambiente in se stessa porta a comportarsi come dell
> e bestie perché di sopravvivenza si parla e si
> sa… i più forti vincono mentre quelli che già hanno
> sbagliato perché più deboli subiscono.. questo
> certo non aiuta a creare delle persone "migliori"
> che facilmente si inseriranno l'indomani nuovamente
> in una società che piena di pregiudizi già di per
> se li respinge…
>
> trovo giusto il concetto che la riabilitazione inizi
> fin dalla detenzione anche attraverso queste uscite..
> questo come concetto…
> purtroppo vediamo però che i parametri di valutazione
> sono discutibili e non vorrei mai essere nella
> situazione di dover valutare…
>
> hai ragione Giancarlo, sono morte delle persone e nes
> suno toglie loro il beneficio di una sana rabbia
> ma andrai d'accordo con me che i giornalisti sono
> come avvoltoi che si gettano sul marcio, ci sguazzano
> e pur di tener alto l'indice di gradimento spesso
> ingigantiscono a dismisura mentre le notizie belle
> passano sotto mano quasi non menzionate…
>
> chissà perché mi viene in mente una frase che da semp
> re mi è di guida:
>
> "chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra"
>
> te la senti sul serio di togliere ad una sola persona che ha sb
> agliato per debolezza, disorientamento o quant'altro
> la possibilità di rifarsi una vita per lo sbaglio
> di qualcuno che d'indole probabilmente chiederà
> il perdono forse nemmeno in punto di morte?
>
> Io credo che servirebbe risolvere il problema dalle b
> asi… ristrutturazione completa della detenzione
> come p.e. lavoro stipendiato anche al di fuori
> del carcere (manutenzione costa / foreste ecc.)
>
>
> ciao Giancarlo… non essere tanto arrabbiato… la rabbi
> a non porta mai ad un buon ragionamento…
>
>
>
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Allora: 1) il carcerato non è un asino, ma un essere umano,
come del resto lo è anche il carceriere,e sono quasi certo
che se il carcerato potesse, prenderebbe volentieri a bastonate
anche il carceriere meno ostinato...
2)La situazione carceraria italiana è logisticamente pessima,
le condizioni umane sono abbastanza simili a quelle esistenti
negli altri paesi europei. Certamente si deve,laddove mezzi
e leggi permettono,migliorare. Chi commette reati contro la
società e giusto che paghi.Il delitto contro la società,
(anche il più efferato)è sempre un prodotto di "momenti di
debolezza", nessun ladro ruba per il gusto di rubare, un
omicida non uccide per il gusto di uccidere,e così via...
"Il momento di debolezza" può essere la famiglia,la cattiva
educazione,il rifiutare la società..tutta una serie di
valori,non conosciuti o non recepiti.
Il recupero,o il completo apprendimento di tutti questi
valori sociali,non è (per sua natura) compito del sistema
carcerario. il rapporto tra carcere e carcerato è e sarà
sempre un rapporto conflittuario.
Sarà quindi cura di altre istituzioni sociali,educare e
mettere in condizioni tali da essere rimesso in società.
Questo però potrà avvenire solo dopo aver pagato il suo
debito con la società. Tutto questo nel rispetto di un
concetto di giustizia da tutti (società)sottosritta.
Se la società,( tu,io,tutti..) ha in merito,dei pregiudizi,
se vuoi parliamo di questo..
Tutto il resto che dici sono ovvietà certamente condivisibili,
ma che lasciano il tempo che trovano.
A proposito di chi è senza peccato...
Ti dirò, io sono un gran peccatore, ma non sono cieco o
sordomuto, quindi se devo dir qualcosa, o prender posizione,
lo farò sempre,perchè credo sia giusto farlo.
Ciao.