Era tanto che non riuscivo più a scrivere.

Cresce, pulsa nero baccello in un giorno degno solo di essere scordato.
E nel'aria un senso di cupa ripetizione, un ritornello che porta tristi ricordi è il vento nel suo guscio di rimpianti.
Mancano ancora poche ore. Poi tutto riceverà senso.
Fonti di pura acqua scorrono senza aver sentito mai la voe umana. Eppure sanno che sta arrivando il giorno della vera rinascita.
Il giorno della rendenzione.
Stenta il cielo a rendere giorno quello che sarà reale solo per l'ultima volta.
E corrono i minuti in un tempo quasi immobile, che sempre uguale scorre nel suo letto di morte.
Mani che prendono a rincorrersi, che cercano appigli, che sentono l'aria appesantirsi nella sua sottigliezza.
E' incantesimo? E' magia? L'uomo di ieri è sparito. Oggi c'è solo un vecchio corpo che cerca riparo dai suoi dolori.
Mai vidi così vivace quel viso. Sembra che le sue guance abbiano preso a ridere per proprio conto.
E' vivo! E' vivo! E sento palpitare quel pensiero nella sua testa, la rabbia di dover rinunciare a questo corpo che era sua culla. Che gli aveva reso dolori e piaceri. Che non riusciva più a camminare. E quella schiena curva e lenta. E quella collina che era il ventre e quel sorriso spento che aveva sul viso.
E' vecchio questo mondo oggi, si sta spegnendo senza aver lasciato traccia.
Era vecchio da molto tempo. Non me ne resi mai conto.
Ed anche se correva per la sua strada ogni giorno, sapeva che prima o poi sarebbe arrivato anche per lui l'ulitmo passo.
Curvo, tremante.
Ma niente aveva lasciato lungo la strada.
Sapeva che sarebbe stato necessario.
ma decise di continuare.
Ed arrivò alla sua meta.
Gloria a quel passo che fine pose al mondo e alle sue cose.

Il tempo passa, il tempo pesa,
ma non è mai l'ora giusta
della dipartita.

Un abbraccio

Giancarlo cobite

I tuoi scritti mancano Feas.
Buon Natale!