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FIORI DI PENSIERO: poesie, racconti, riflessioni... Fiori di Pensiero è nato per permettere agli autori dilettanti di pubblicare le loro emozioni principalmente con la parola scritta, ma anche con immagini e suoni, usando il supporto più moderna che esista: Internet. La poesia è la principale rubrica del forum, ma trovano posto adeguato anche racconti, pensieri, riflessioni, dediche, lettere e tutto ciò che il cuore può dettare ed il pensiero esprimere.

Filippo Rostan - Marcel Firpo

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    ephrem
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    00 21/08/2004 00:40

    Filippo Rostan (1896-1973) Ventimiglia (Ventemigia)

    Fu tra i fondatori del movimento felibristico "A barma grande" - dal nome di una grotta dei Balzi Rossi, ove si sono trovate le più antiche vestigia dell'uomo ligure - movimento tollerato e anzi incoraggiato dal fascismo poiché auspicava il ritorno all'Italia dei territori liguri amministrativamente francesi. Certo più importante sul piano della raccolta di materiale etnologico e folcloristico, che non su quello della validità letteraria, "A barma grande" pubblicò sette volumi antologici negli anni Trenta e cinque nel dopoguerra. Il Rostan è anche autore di una "Storia della Contea di Ventimiglia": l'ideale autonomistico dei felibri della "Barma" si rifaceva infatti alla piuttosto dubbia unità di detta Contea, invece che alla continuità con lo Stato Genovese (e anche per questo era tollerato dal fascismo).




    Lascère stà...

    Lascère stà ste foeglie morte
    ch'i croeve d'ouru u giardin,
    lascère aumancu ancura in giurnu,
    fina au levà du matin.

    L'è maiscì duçe e bela a fara
    ch'i ne mete in ziru â cà!
    L'é u piajé fin ch'i me prepara
    perché voeglie riturnà.

    E mi de longu, candu vegu
    che l'é l'ura de partì,
    l'é stu gentile faturisu
    ch'u m'inandia versu chì.

    Lascère stà ste foeglie morte
    ch'i croeve d'ouru u giardin,
    lascère aumancu ancura in giurnu,
    fina au levà du matin.

    Lasciatele stare...

    Lasciatele stare queste foglie morte
    che coprono d'oro il giardino,
    lasciatele almeno ancora un giorno,
    finché spunti il mattino.

    È così bella e dolce la luminosità
    con cui circondano la nostra casa!
    È il piacere fine che mi preparano
    affinché io voglia tornare.

    E io sempre, quando vedo
    ch'è ora di partire,
    sono guidato qui
    da questo gentile sorriso.

    Lasciatele stare queste foglie morte
    che coprono d'oro il giardino,
    lasciatele almeno ancora un giorno,
    finché spunti il mattino


    Marcel Firpo (1876 – 1973) Mentone (Mentan)

    Aderente al movimento letterario della Barma Grande, si fece sostenitore dell'italianità della Liguria francese e quindi, durante l'ultima guerra, fautore dell'intervento italiano a Mentone; ciò gli costò nel dopoguerra un lungo periodo d'oblio, da cui la sua opera ha iniziato ad uscire solo in tempi recenti. Cantore - per la verità non troppo originale - delle bellezze della sua terra, il Firpo trova a volte accenti sinceramente lirici.



    Vita nova

    Fente u noaisce parlà che s'en va cum'en füm
    e ru vent du temp nun sai duna se ru poarta
    car che sieghe en desten che de nautre ru scarta.
    Y pensu ben suven e n'ai gran amarüm.

    Aü, sença pietà tàian piante e getüm.
    Ra campagna n'è pü ch'üna stendüa moarta.
    U viei' u fan tumbà perché gaire raporta,
    naisce ün autre pais aiscì ent'en barlüm.

    Ma non serve ren de ciavirànu tut
    e non è ra ragian de musciàse orgüiuse,
    pü vitu che r'antigh' tut acò serà rut.

    De r'erbu non cunven de fiàse s'u brut
    perché auran tamben e ure duluruse:
    u rap ch'è sortì n'es encar enta but.

    Vita nuova

    Persino il nostro parlare che se ne va come il fumo
    e il vento del tempo non so dove se lo porta
    bisogna che sia un destino che da noi lo allontana.
    Vi penso spesso e ne ho grande amarezza.

    Ora, senza pietà tagliano piante e boccioli.
    La campagna è solo una distesa morta.
    Distruggono il vecchio perché fa guadagnare poco,
    nasce un altro paese così in un lampo.

    Ma non serve a nulla esaltarsi tanto
    e non vi è ragione di mostrarsi orgogliosi,
    più presto dell'antico tutto ciò sarà distrutto.

    Dell'albero non conviene fidarsi sul germoglio
    perché vi saranno anche le ore dolorose:
    il grappolo che è uscito non è ancora nella botte.



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    Cobite
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    00 21/08/2004 11:05

    Due poesie bellissime che, a parte qualche passaggio comprensibile anche a me, mi sono gustato in italiano ma immagino la penetrazione che possono avere nel loro dialetto.

    Sono testimonianze e valori insostituibili.

    Grazie [SM=g27811]

    [SM=x142838] Giancarlo cobite