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DON GIOVANNI



LE COSE CHE PENSANO
BATTISTI-PANELLA

In nessun luogo andai
per niente ti pensai
e nulla ti mandai
per mio ricordo.

Sul bordo m'affacciai
d'abissi belli assai.

Su un dolce tedio a sdraio
amore ti ignorai
invece costeggiai
i lungomai.

M'estasiai,
ti spensierai
m'estasiai
eeeh e si spostò
la tua testa estranea
che rotolò.

Cadere la guardai
riflessa tra ghiacciai
sessanta volte che
cacciava fuori
la lingua e t'abbracciai
Di sangue m'inguaiai
Tu quindi come stai
Se è lecito che fai
in quell'attualità
che pare vera.

Come stai?
Ti smemorai
ti stemperai
eeeh e come sta
la straniera? Lei come sta?

Son le cose
che pensano
ed hanno di te
sentimento
esse t'amano e non io
come assente rimpiangono te
Son le cose prolungano te.

La vista l'angolai
di modo che tu mai
entrassi col viavai
di quando sei
dolcezza e liturgia
orgetta e leccornìa.

La prima volta che
ti vidi non guardai
da allora non t'amai
tu come stai? Aaah come stai?

Rimpiangono te
son le cose,
prolungano te
certe cose.


FATTI UN PIANTO
BATTISTI-PANELLA

Dal monte ventoso dei miei sentimenti
sfoglio all'aria una rosa ricettario
l'inizio è già indiziario Lei si sciolse
e poi si tolse lo chignon.

E calva d'amore lustro sguardo da biliardo
boccia sul tappeto il suo pallino
E la stecca del peccato
c'è tanta nuda verità.

Fatti un pianto oh... ooh ooooh.
Fatti un pianto oh... ooh ooooh.

Da un chilo di affetti un etto di marmellata
Se sbatti un addio c'esce un'omelette.
Le cosce dorate van fritte
coi sorrisi fai croquettes.

E tu dici ancora che non parlo d'amore
batte in me un limone giallo basta spremerlo.
Con lacrime salate agli occhi tuoi
ben condita amata t'ho.

Dài piangete... ooh ooooh.
Dài cantate... ooh ooooh.

E dài che ne ho sete

Parole d'amore
grosse lacrime sciocche
sono uova alla coque
E dai e dai... ooh ooooh.
Fatti un pianto - lacrimoni che sono lenzuola
ooh ooooh - da strappare da calare giù
fatti un pianto - e lì perdutamente
qualcuno che ti sfugga
o che salga su.

Per intanto qualche vento
qualche tentativo fa.


IL DOPPIO DEL GIOCO
BATTISTI-PANELLA

Son lenti affluenti
i suoi pianti a dirotto
son diamanti striscianti
che il silenzio hanno rotto.

La vetrina con acqua è lei
che si incrina e che sbrina via.

Ride a fiore del pianto
come piove contro sole
giura in concreto di non fare mai
più l'agente segreto.

Ed io mai che io sospettai
fosse un'altra o due o sei
che il doppio giocò
se scherzai con lei.

E ne parlò,
certo che ne parlò
e che saziò
i gusti di chi
vide o intuì non visto
gli opposti su un ponte e brume
su un fiume con molte schiume.

L'ha sempre saputo
e l'ha sempre ignorato
ed il doppio del gioco
l'ha molto moltiplicato.

Ed io mai che lo sospettai
quante volte con lei scambiai.

Me ne parlò,
spesso me l'indicò
Li vedi
stanno scambiando
c'è un centro sopra il ponte
e loro si vanno incontro
e lì che si sfioreranno.

È fina e lei già s'incrina (già s'incrina)
e l'agente segreto (segreto, segreto)
come ondeggia, come ondeggia, come ondeggia
Si diffonde, si diffonde, si diffonde (...onde ...onde).



MADRE PENNUTA
BATTISTI-MOGOL

La strada
che curva
e l'insegna notturna.

Un Tir
che si ritira
tutto il sole al Nadir.

E alte a prua
chiome d'albero
e zolle che non mi arenano.

Finita..
la storia
e caduto l'impero
di vivere
dal vero
ecco me di anni tre
è lì
che fui
faraonico
tra bumbe e tra rumbe tiepide.

Con tante madri e il tempo un laghetto coi pesci dei giorni
è il gamberetto del mio compleanno che torna lì
fu molto dopo che dentro la pioggia
vidi tra mille la goccia d'acqua mia
prigionia.

Ho visto
la neve
nei vetri che agitai
ma agitai
le finestre e mai eeh
sfere da souvenir.

Guidai,
l'accostai
e sorpassai
il tempo, l'obeso in limousine.

Ho usato penne più degli uccelli ma quando mai.
Ho perso il sonno per scrivere solo: "Io volo"
Madre pennuta il mio morbidìo
mia pelle d'oca, cuscino mio
il mio.

Il vero è
nella memoria
e nella fantasia
Non c'è storia e
il tempo finge eeh
e poi commette l'ingenuità
Non cancella mai
le tracce sue
vuoi esser preso, arreso, inchiodato lì.

Ho visto un film normale
ma con un bel finale:
faccia a faccia fra tutt'e due
che infine uno è.
Madre mia la gente che s'è alzata
ma che dico la gente
uno uscì


EQUIVOCI AMICI
BATTISTI-PANELLA

Cassiodoro Vicinetti
Olindo Brodi, Ugo Strappi
Sofio Bulino. Armando Pende
Andriei Francisco Poimò
Tristo Fato, Quinto Grado
Erminio Pasta. Pio Semi
Ottone Testa. Salvo Croce
Facoffi Borza. Aldo Ponche.

Uno andò saldato
uno vive all'estro
uno s'è spaesato
uno ha messo plancia
e fa il trans-aitante
uno fa le more
uno sta invecchiando
perché è
un nobile scotch.

Uno fa calzoni
dai risvolti umani
uno ha un solo naso
uno ha mani e polsi
uno è su due piedi
uno è calvo a onde
uno si nasconde
poi non sa
in che vano sta.

Un viso ucciso dal pensiero
Un tal con voce da uccelliera
Un sostituto a sua insaputa
e ho misto storie e geografie

Uno per uno li ricorda
l'orchestra mentre si accorda
la verità viene sempre a palla
dolce chi era sei tu

Il maestro solitario
fischietta ariette d'oblio
sei tu.
I dimenticati
ce li ha tutti in testa
gli altri sono entrati
chi da sè
chi dalla finestra.

C'è il direttore, l'orchestra c'è
apparecchiati sul buffè
son mantecati
i dimenticati

Se il pasticcino ha un senino in sè
del maraschino effetto è
Uno nel rinfresco
pensa "E' peggio se esco"
Un altro, un altro deglutisce
volentieri gradisce
Non si capisce chi mangi, chi
Non gli rincresce
grazie sì, grazie sì.



DON GIOVANNI
BATTISTI-PANELLA

Non penso quindi tu sei
questo mi conquista.

L'artista non sono io
sono il suo fumista.

Son santo,
mi illumino
ho tanto
di stimmate.

Segna e depenna Ben-Hur
sono Don Giovanni
rivesto quello che vuoi
son l'attaccapanni.

Poi penso
che t'amo
no, anzi,
che strazio.

Che ozio nella tournee
di mai più tornare
nell'intronata routine
del cantar leggero
l'amore sul serio
e scrivi
che non esisto... quaggiù
che sono
l'inganno.

Sinceramente non tuo - sinceramente non tuo.

Qui Don Giovanni, ma tu,
dimmi chi ti paga?


CHE VITA HA FATTO
BATTISTI-PANELLA

Che vita ha fatto
a immaginarsela
cosi, colà
la vita
che vita ha fatto
ad aspettarsela
convinta che
la vita c'è.

Che vita ha fatto,
se torna a nascere
non torna più,
non sia... mai
Che vita ha fatto,
ha pianto a piovere
e sul pendìo
dello sgocciolìo
lei sdrucciolò.

Lei m'amò, tu l'amasti, io no
I verbi... non coincidono.

Che vita ha fatto,
ma ben più rapida
con lei duellò
la vita.

Che vita ha fatto
metà sognandola
metà in realtà
se poi è realtà
quel che in realtà sognò a metà.

Lei m'amò, tu l'amasti, io no.
I verbi la... tradirono
che c'entro io?

Che vita ha fatto
a immaginarsela
cosi, colà
la vita.

Come sta, come stai, come sto
La voce coniugandoci
s'allontanò.


IL DILUVIO
BATTISTI-PANELLA

Dopo di noi
diluvierà
non spioverà,
va bene.

Noi la fortuna degli ombrellai
Chili di liquidi dopo di noi
Va bene, come vuoi. dopo di noi.

Diluvierà,
non spioverà
Dopo di noi:
il diluvio.

Vittime fa
l'ottima idea
d'essere noi
finali.

Straziante d'estri tristi annegherà
la più assetata arsura nel frullìo.
Un ingordo gorgo umido è l'addio.

Dopo di noi
non spioverà
Dopo di noi:
il diluvio

Buona l'idea
del tempestìo
tuona di già,
stai buona.
Tuona di già,
stai buona.

Piove con ghiaccia semplicità
con truci gocce dal bel luccichìo
e piove, piove, piove, siamo annaffiatoi

Dopo di noi
il bello verrà
finche terrà l'ombrello.