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14- AMICO DELLE CENE

Tu credi che abbia in cuore
un'amicizia fedele
costui che la tua mensa e le tue cene
t'han reso amico?
Il cinghiale, le triglie, le tettine
di scrofa e le ostriche egli ama,
non certamente te.
Se la mia mensa fosse ben guarnita
diventerebbe anche amico mio.

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54 - I DONI MANDATI A UN PARENTE

S'io avessi tordi che si fan giallognoli
misti alle belle olive del Piceno,
s'io potessi tender le mie reti
nella selva sabina
o se una preda volante fosse tratta
dal congegno di canne con l'allungo
e se una verga di vischio appiccicosa
trattenesse gli uccelli lì posati,
io, tuo caro parente, ti darei
un bel dono festivo,
né per questo avrebbe il primo posto
un avo od un fratello.
Ora il mio campo
ode il canto di poveri stornelli
e le querule voci di fringuelli
e risuona dell'arguto cinguettìo
d'un passero
che riprende il suo canto in primavera.
Da qui il mio contadino
risponde al saluto d'una gazza,
da lì il nibbio rapace
in alto vola verso le alte stelle.
Ti mando questi doni assai modesti
del mio magro cortile;
se ora li gradisci come sono,
mio parente spesso tu sarai.


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68 - A UN MAESTRO DI SCUOLA


Che motivo hai tu d'infastidirmi,
o maestro di scuola scellerato,
persona invisa
a fanciulli ed a vergini fanciulle?
Non ancora i galli con la cresta
hanno rotto il silenzio
che tu già tuoni con vociar molesto
e suon di busse.
Sì cupamente rimbombano i bronzi
per le percosse incudini
quando il fabbro artigiano
adatta sulla groppa d'un cavallo
il bronzeo simulacro che ha forgiato
d'un celebre avvocato;
non così clamoroso
impazza in un grande anfiteatro
l'urlo della turba ammiratrice
quando mostra il frenetico favore
al prediletto gladiator che vince.
Noi vicini chiediamo di dormire
- non per l'intera notte -;
stare un po' svegli è cosa tollerabile,
ma starci di continuo è assai gravoso.
Licenzia i tuoi scolari.
Vuoi ricever, strillone, per tacere
quanto ti danno per sì gran schiamazzo

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75 - I BAGNI DI TUCCA



Non con dura selce o pietra da murare,
né con mattoni cotti,
che Semiramide usò
per cingere la grande Babilonia,
Tucca il suo bagno freddo ha costruito,
ma boschi di pini ha devastato
perché possa col bagno navigare.
Con sfarzo or costruisce un bagno caldo
adoperando marmi d'ogni specie
e quello cipollino di Carystos
e quelli che ha mandato
l'africana Numidia
e Sinnada dalla lontana Frigia
e quello che lava l'Eurota
nella sua sorgente verdeggiante.
Ma or manca la legna:
poni dunque di sotto al bagno caldo
tutto il legname del tuo bagno freddo
e buon riscaldamento.



81- INDIFFERENTE ALLA CRITICA MALIGNA


Aulo,
chi legge o ascolta i versi miei,
ne riman soddisfatto.
Pure un certo poeta va dicendo
che il ritmo loro non è esatto.
A dir vero, non me ne cura affatto:
curo che le portate dei miei pranzi
piacciano ai commensali, non al cuoco.



97 - CREPI PURE D'INVIDIA


Crepa qualcuno d'invidia, carissimo Giulio,
perché Roma mi legge, crepa d'invidia;
crepa d'invidia perché
sempre in mezzo a una folla
sono indicato col dito, crepa d'invidia;
crepa d'invidia perché
l'uno Cesare e l'altro
mi hanno concesso il diritto
dei figli tre, crepa d'invidia;
crepa d'invidia perché
c'è nel suburbio al sole
un poderetto per me, crepa d'invidia;
crepa d'invidia perché
ho una casetta in città, crepa d'invidia;
crepa d'invidia perché
sono diletto agli amici, crepa d'invidia;
crepa d'invidia perché
sono spesso invitato,
crepa d'invidia perché
tutti mi vogliono bene,
crepa d'invidia perché
piacciono i versi miei.
Chiunque or crepa d'invidia
crepi pure d'invidia.