NON SI MUORE MAI

Largo Po, la nostra vita è tra le tue sponde,
vita spesso dura e in mezzo a sassi
a volte molle e avvolta
carezzando albe di fanghiglie.
Noi siamo pescatori dai pensieri lunghi
nascosti dalle nebbie
con la lingua ferma, osservatori
degli uccelli che non si stancano mai
che conosciamo le loro voci, eppure,
restiamo meravigliati
quando s’abbassano sull’oscurità
del fiume per baciarlo.
Qui si formano famiglie
stagione per stagione
radice per radice, figlio per figlio,
nelle pance delle barche
con la rugiada cullando ogni mattina
pianti e desideri.
Filari di pioppi tirano la corrente
cambiando spesso di colore, luce gialla
al tempo dei raccolti
specchio nero quand’è tempesta
ruggine di vento nei momenti
tristi delle schiume dell’autunno.
Pellegrini, la bicicletta in mano,
ognuno con la sua preghiera al viale
fatta di silenzio in petto,
ognuno inginocchiato al fiume
per qualche minuto di sommessa invocazione.
Al canto delle lucciole
la notte, innamorati come i pesci,
sotto la luna c’incontriamo per parlare,
uomini poveri
delle lanche e delle reti.
Mille orecchi a sorvegliare
ogni battito del cuore:
-di là dagli argini le donne
sciolte nei capelli, di qua
le braccia a scuotere e frustare
il buio per le lepri-.
Non c’è spazio o terra o luce
che non sia pianura,
né giorno o notte che non scivoli
dal ventre delle nostre case,
da noi non si muore mai
e passano le piene, e tutte le stagioni
come fosse un cielo senza inizio e senza fine
o un cumulo di polvere di ossa
passato tra le dita.

Conosci bene il po