00 29/03/2021 18:55



La notte
non c’è più piacevole
inventario
che le tue mani,
adesso
ferme e raccolte
nel sonno.
Una madre
una bocca
un’aria stellata
e profonda,
sulla pelle
solo il rumore
lento, piacevole,
naturale,
sfatto,
d’una carezza cercata.
Trema la mia
riconoscenza,
sfugge all’udito
la tua umiltà,
il soffio sulle lenzuola
è profumo
del tuo donarti.
Girano i sogni
tra i capelli
e le promesse
di settembre
ritornano accolte,
fioriture mantenute,
occhi
tra il finito dei giorni
e l’ideale
ch’era immaginario,
fatto uomo
davvero.
Io, dissolvo
mentre il vederti
respirare piano
mi ripaga,
la poca luce
sul soffitto
mi costringe
a una preghiera.
Domani
l’alba brillerà,
come la tua fronte
illuminata
l’ora del cuore mai fermo
tornerà a chiederci
un desiderio.



...

pennabianca