00 12/06/2019 11:48
Serata Siriana
Venisti da me nella notte,
Il tuo corpo affusolato danzava col vento,
In silenzio, accolta solo dalle gatte
Chè le ultime voci eran già state chietate dal buio

Io, insonne nell'immobilità inquieta di luglio,
Disteso, disfatto, con gli occhi avvizziti,
In guisa di profeta seppi,
prima di vederti, prima d'udirti, ch'eri tornata.

Un fischio dapprima saliva alle orecchie,
Un tuono poi tremava dal petto,
La testa a capogiro confonde cielo e pavimento,
Che turbolenza arreca la tua anima focosa!

Al tuo arrivo un fiore sbocciò nel deserto,
Fatto di fuoco e petali di polvere e pollini d'amianto
E giacendo scomposto tra le rovine, l'ultimo sguardo al cielo
La sagoma di un aereo che s'allontana...
[Modificato da PastorErrante 12/06/2019 11:49]


...

"E quando miro in cielo arder le stelle; dico fra me pensando: A che tante facelle?Che fa l'aria infinita e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?" G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell'Asia