Diano Arentino

Verdi fiumane di pini e di lecci,
viuzze vagano in roridi maggesi.
Qui ogni colore, fra intrecci
di rondoni e bianche greggi di paesi,

è tuffato nei pigmenti del cielo.
Qui per un istante s’allevia il dolore
e la malinconia pare un velo
di bruma che dissolve il calore.

Erme pievi su colli immersi
in ombre leggere e digradanti
verso il mare ove si specchiano tersi
gli echi di brezze sempre cangianti.

Dolce rifugio, Diano Arentino…
Se solo non avessi il mio destino!

Elegante lirica. Soprattutto condivisibile,spesso ci rifugiamo nei luoghi del cuore soprattutto quando i ricordi ed il dolore che evocano fanno soffrire.
Non è necessario recarsi materialmente basta la mente.
Ciao,

Hai ragione, Marco. Nel mio caso, ho visitato davvero il borgo.

Ciao