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Accresco il mio livore in sogni sottili
Eterei veli di fumo Vincolati ad esili fili,
Oniriche intuizioni, visioni di lucida follia
Saga, leggenda, vita passata, insania
non voluta, mai bramata, a guisa di mosche i ricordi,
in inverno cercano fiaccole e calore, nessuno li vuole.
Sotto il sacro cerro, non mi svegliò pioggia, freddo o vento,
Dormivo senza il segno di un tormento,
tetto le stelle, indumento la mia pelle.
Nella stalla accarezzo, le treccine che hai intessute alla criniera della mia cavalla.
Saga, leggenda, sospiro che è delle fate su quel sentiero, di notte vedo
Bon il mazzamurello lo ha creato, alto 30cm più forte di dieci umani lo ha segnato.
Fata, mi donasti il tuo autunno presagio di un antico disegno
Ti segui come Velino, segui Nerina correndo dietro l’arcobaleno
Mira a Litha, un mazzolino di iperico da me accogliesti in dono
Rubati dall’amore, come Sole e Luna tra i viburni avvinghiati
caròle, intorno al fuoco volteggiavano, risa e parole
di future vicinanze, sacerdoti di albourni sogni
all’oscure stelle salivano, speranze, faville e amore.