00 11/02/2019 11:44
Metro: versi liberi

Sirio,
splendente lacrima del cielo,
quanti echi ti separano
dalla notte
che mi avvolge
nei suoi drappi di velluto?

Sono qui,
perso nell'istante eterno,
nell'immobile corrente
delle ere
e sogno la felicità.

Ricordo
la tua luce che dissetava
il deserto orientale,
il limo lucido
per il bagliore sidereo.

Inonda ancora
il mio cuore inaridito
con il tuo fresco ruscello!

Rivedo gli strali d'oro
che trafiggevano le nubi
veleggianti sull'oceano
e i neri gioghi
dove si accendevano
scintille improvvise.

Ripenso le ombre
e il silenzio che tremava
nella lenta, solenne
ascensione.

Scendi, dea raggiante,
su questa terra
dove la vita si incenerisce
alla fiamma che non scalda,
dove le speranze sbocciano
per subito avvizzire
nel crepuscolo!

Non odi?
La risacca stanca le sponde
e il murmure si frange
in recessi muti.

Non vedi?
La luna si scheggia
tra le falde precipiti
di neri, arcani monti.









...

avalon - http://zret.blogspot.com/