Che ne sanno loro
Che ne sanno "loro" della vita,
Di come sia difficile colorarla.
Che ne sanno "loro" del rifiuto,
Quando il rifiuto parte da te stesso.
Che ne sanno "loro" della tristezza,
Ti entra dentro pian piano e ti avvolge come una coperta.
Che ne sanno "loro" del rammarico,
di tutto ciò che si poteva e non poteva fare.
Che ne sanno "loro" del rimpianto,
Nemico ancor più crudele del figlio.
Che ne sanno "loro" del dubbio,
L'eterna incertezza che ti assale.
Che ne sanno "loro" del compiacimento,
Quando lo si crea per un misero risultato.
Che ne sanno "loro" delle lacrime,
Quelle versate e quelle asciugate.
Che ne sanno "loro" dei sentimenti,
Troppo feriti per essere ancora viventi.
Che ne sanno "loro" del coraggio,
La scelta che si cela dietro il miraggio.
Che ne sanno "loro" della crudeltà dell'uomo,
Che seppur non fisica ma mentale dolore causa.
Che ne sanno "loro" della solitudine,
La nebbia dell'animo che avvolge la gabbia.
Che ne sanno "loro" degli eventi,
Facile parlare quando non si è presenti.
Che ne sanno "loro" del giudizio,
Al primo squillo sei già finito, inquadrato.
Che ne sanno "loro" della maschera,
La si indossa per paura non per mistero.
Che ne sanno "loro" del carattere,
Non fare Parte del caos ti rende diverso.
Che ne sanno "loro" del diverso,
Pensare, vivere, morire è uguale per tutti.
Che ne sanno "loro" della sofferenza,
Di un animo ormai distrutto.
Che ne sanno "loro" delle aspettative,
Non essere sempre perfetto è male.
Che ne sanno "loro" dei turbamenti,
Angoscianti e sempre presenti.
Che ne sanno "loro" della sessualità,
Di come tutto debba ruotare intorno ad essa.
Che ne sanno "loro" di tutto,
Chi ci rimette è sempre il distrutto.
Che ne sanno "loro" dell'arcobaleno,
Quello vivace, allegro che non si può mostrare.
Che ne sanno "loro" dell'allegria,
Non esiste, non è roba mia.
Che ne sanno "loro" della musica,
L'animo nero lucente incatenato.
Che ne sanno "loro" delle catene,
Di un destino ormai scritto.
Che ne sanno "loro".