00 26/08/2020 14:13
Sulle "piccole cose". Dal romanzo "I confini dell'infinito"

- Ieri Valeria mi ha mandato un messaggio dove mi ha benevolmente redarguito per il mio atteggiamento sfingeo, impenetrabile ed indifferente. Continua ad esortarmi ad assaporare le piccole cose…
- “Le piccole cose di pessimo gusto”, Gozzano docet.
- Già… non ha capito che né le piccole cose né le grandi mi interessano più. Più che infelice, sono arido, vuoto. Solo la morte seguita ad attrarmi; la mia vita è una fotografia sbiadita dimenticata nel sottofondo di un cassetto.
- E poi queste piccole cose che sono? rincalzò Filippo. Solo palliativi per una malattia che ti consuma dentro attimo dopo attimo.
- Piccole o grandi cose, qual è la differenza? Tutto è inutile, tutto è insensato.
- Sì, come la patetica fede nel libero arbitrio su cui ci siamo soffermati l’altro giorno: concedo ai nostri avversari, gli assertori della libertà, che essa sia come nuotare contro corrente in un fiume rapinoso. Soltanto di qualche secondo ritardi il fatale incontro con le cateratte.
- Non avresti potuto ideare un’allegoria più calzante, plaudì Alessio.


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